ELEZIONI POLICHE 24/25 FEBBRAIO 2013.

ALEA IACTA EST!           Per non piangere!

PIER LUIGI BERSANI: ora può pure prendersi tutto il tempo che vuole per smacchiare il giaguaro. Non vorrei essere nei suoi panni. A mio avviso se si dimettesse immediatamente potrebbe ancora limitare i danni per l’Italia. Pur avendo tutta la Magistratura rossa dalla sua parte non è mai riuscito a scalzare il suo avversario politico più agguerrito. Era sicuro di stravincere e ora, invece, come Di Pietro, si ritrova con una mano davanti e l’altra di dietro. Il mio pensiero nei confronti del PD l’ho già espresso e lo potete trovare qualche nota più sotto. Non ho null’altro da aggiungere. I veterocomunisti  sono sempre in agguato e, personalmente, auspicherei il ritorno a un’efficace e convincente forma di sano maccartismo. Nel mondo i comunisti non esistono più da un pezzo, nemmeno in Corea del nord. I progressisti dell’oscurantismo li troviamo solo in Italia e in Francia! Auguri Bersani e stia attento: il liquido smacchiatore è tossico!

MARIO MONTI: per un anno ci ha massacrato con i rigori imposti dai “Padroni del mondo” e ora, come ciliegina sulla torta, egli consegna l’Italia a un pericolosissimo momento di  estrema incertezza e instabilità politica. Viva la sua onestà intellettuale; la sua rettitudine morale, sia d’esempio agli italiani, almeno a quel 10% che è stato catturato dal suo sinistro e lugubre fascino massone. Ecco chi è il vero colpevole del disastro politico ed economico dell’Italia, MONTI e, se oggi, 26 febbraio 2013, lo spread BTP/BUND, è salito di molto ringraziamo pure il professore, il grande filosofo economista. Egli era entrato in politica poco più di un anno fa a seguito di un golpe rosso con la benedizione del PD e del “comunista a stelle e strisce” Giorgio Napolitano. L’economista-professore Monti avrebbe dovuto svolgere il suo lavoro di tecnico e aveva anche promesso che a fine mandato non si sarebbe candidato in nessuna coalizione politica assicurandosi così l’appoggio incondizionato del PDL e del PD che, turandosi il naso, hanno sorretto, per più di un anno, il suo traballante altare. I risultati del suo anno di governo sono sotto gli occhi di tutti: la Morte con la sua micidiale falce ha mietuto migliaia e migliaia di “vittime”. Mi perdoni professore ma, nel suo piglio distaccato e falsamente aristocratico, io la vedo molto, molto somigliante alla Dama in nero… vade retro! Il 10% di voti che lei ha scippato alla politica italiana, se indirizzato altrove, ora avrebbe sicuramente garantito alla coalizione vincente la possibilità di governare senza dover paventare il ricorso, a breve, a nuove elezioni. Lei non ha mantenuto l’impegno preso e ha tradito l’Italia e gli italiani compreso quel 10% che, in buona fede, le ha dato il voto. In cuor suo, ne sono certo, lei sperava in un grande successo elettorale ma gli Italiani che sono sì indolenti ma sicuramente non stupidi, l’hanno punita. Lei s’è fatto vedere spesso vicino al Papa e, il primo giorno del suo insediamento a palazzo Chigi, s’è premurato di andare a ossequiarlo all’aeroporto di Fiumicino… ricorda? Il suo ruolo temporaneo di tecnico, egregio professore, non le imponeva di riscrivere i Patti Lateranensi! So benissimo che lei ha studiato in un “convento” ma le sue convinzioni religiose, ancorché degne di grande rispetto, stridono con lo spirito aconfessionale e con il laicismo che, necessariamente, devono ispirare la legislazione italiana. Le dice niente il fatto che il Costituente Europeo si sia categoricamente rifiutato di inserire, nella carta costituzionale, alcun riferimento alle radici cristiane dell’Europa? Lei si è servito del Papa per un disegno ben preciso. Lei aveva in mente, già dal momento del suo insediamento a palazzo Chigi, di sfruttare la sua visibilità mediatica per conquistare la fiducia elettorale dei credenti. Non le sembra una viscida meschinità professore? Lei passa, di punto in bianco,  dal ruolo di salvatore della Patria a quello di killer delle misere speranze degli Italiani. Con la sua intrusione elettorale, lei ha condotto l’Italia in un campo minato e chissà quante persone salteranno in aria per causa sua e ricadranno, quindi, sulla sua coscienza ammesso che lei, in qualità di devoto succhia ostie, ne abbia una. Che dire di più, caro professore, il suo operato verrà consegnato alla Storia d’Italia, forse le faranno anche un monumento in una delle logge della Bocconi, ma lei resterà comunque un fulgido esempio di meschinità politica. Ritorni pure ad annaspare fra le brumose nebbie che circondano le algide strutture atemporali di Bruxelles o a “vigilare” nel Research Advisory Council del Goldman Sachs Global Market ma si ricordi di portare a spasso il cane… potrebbe, altrimenti, pisciarle nelle scarpe!          Il capolavoro di Monti!

GIANFRANCO FINI (IL FASCISTA ROSSO): è riuscito a disperdere e a cancellare, nel giro di pochi anni, l’intero patrimonio culturale della Destra Storica Italiana. È passato, attraverso un’affascinate e rocambolesca metamorfosi, dalla sua posizione di picchiatore del FUAN (Fronte Universitario d’Azione Nazionale) a contrito, pentito e ravveduto pellegrino in kippah  davanti al Muro del Pianto di Gerusalemme. Ora avrà più tempo per piangere e, se potesse ritornare Giorgio Almirante (MSI – Movimento Sociale Italiano), gli farebbe fare anche il giro del mondo all’equatore, a suon di calci in culo. Infido come un serpente e ambizioso come una svagata, finta verginella…. è forse il peggior “politico” che, a livello mondiale, sia mai stato espresso sin dai tempi del Big Bang! Gli elettori lo hanno severamente punito e, il delfino di Giorgio Almirante, si è finalmente spiaggiato… ora può anche continuare ad abbronzarsi! Il Tempo è sempre galantuomo e, prima o poi, ti presenta il conto: il tradimento è un’onta che non si cancella MAI! Le persone di una certa età, hanno il dovere di spiegare la Storia ai propri figli e ai propri nipoti affinché essi non abbiano più a subire il fascino sinistro di simili personaggi.

PIER FERDINANDO CASINI: nomen omen… anche lui, cucciolo della Balena Bianca, è finito spiaggiato! Sembra l’abbiano visto, assieme a Fini, parlare da solo, su una panchina lungo i viali del Verano. Chi è causa del suo mal pianga sé stesso!

ANTONIO DI PIETRO: anche il prototipo di “Homo zoticus” è stato cancellato dalla Storia. Ricordate il Pubblico Ministero, nemico giurato del congiuntivo, che all’epoca di mani pulite, aveva fatto venire la schiuma ai lati della bocca di Arnaldo Forlani? Da quel clamoroso evento mediatico lui ha appreso molto…e, nel giro di pochi anni, lo scaltro inquisitore, ha imparato eccome a sporcarsi le mani. Sembra che non lo vogliano più vedere nemmeno gli onesti cafoni di Montenero di Bisaccia.

ANTONIO INGROIA: che poca fantasia hanno le Mamme dei magistrati… sembra, infatti, che il nome Antonio, fra i magistrati-politicizzati, vada per la maggiore ma che porti però, fortunatamente per noi, anche molta sfiga! Con questo signore, il discorso diventa molto, molto più complesso. Fino a due mesi fa, dalla Procura di Palermo, egli ha attaccato e placcato vistosamente, il Presidente della Repubblica, il comunista Giorgio Napolitano. Sin qui mi sarebbe andato anche bene! Ingroia, però, approfittando della visibilità del momento, data dal proscenio mediatico, al suo evidente, giullaresco protagonismo, ha pensato bene di fondare un partito di estrema sinistra. Qualcuno ha tentato di mandarlo a raddrizzare banane in Guatemala ma lui, più tosto che mai, ha deciso di vendicarsi e ha fondato RIVOLUZIONE CIVILE. Notate, questo partito, si sarebbe posizionato all’estrema sinistra, ancora più a sinistra del fascino sinistro di Nichi Vendola! Qualcuno ha ancora dei dubbi sulla colorazione politica di certa Magistratura? Qualcuno s’offende ancora se si parla di Toghe Rosse? Se Ingroia, nella sua veste di magistrato, fosse in futuro chiamato a giudicare, in un tribunale penale, una persona di pensiero politico diametralmente opposto al suo, quale potrebbe essere la sua serenità di giudizio nei suoi confronti? Lui, prima di fondare il suo partito, non si è dimesso dalla Magistratura ma ha chiesto un periodo di aspettativa che gli ha garantito il mantenimento del suo posto di lavoro ed entrerà, quindi, ancora a pieno titolo, nei tribunali italiani, nella sua qualità di inquisitore politicizzato.  Astuto il bell’Antonio! Perché invece di mandarlo in Guatemala ora, invece, non lo mandiamo nel deserto libico a raccogliere i datteri… hanno un calibro più piccolo e rispetto alle banane fanno meno male! Ai Magistrati, al personale delle Forze Armate, delle Forze di Polizia e ai Preti, dovrebbe essere interdetta l’iscrizione a qualsivoglia partito politico (non il diritto di voto s’intende!). Una volta era così! Io stesso sono stato obbligato dallo Stato (allora lo Stato era degno di tale nome!) a sottoscrivere, più di 40 anni fa, questo tipo d’impegno, prima di poter mettere le mie auguste chiappe su un aereo da caccia con il quale avrei avuto, poi, il dovere di difendere l’intera Nazione e non solamente il rosso o il nero! La vogliamo smettere con i magistrati politicizzati? Tu magistrato, vuoi fare il politico? Nessuno te lo impedisce: dai le dimissioni dalla Magistratura e fai quello che ti pare, compreso l’andare affanculo qualora tu non venga eletto! La Giustizia è un giardino sacro dove chi entra deve togliersi le scarpe e inginocchiarsi. Vediamo se, nel prossimo Parlamento, ci sarà qualcuno che avrà il coraggio di affrontare questo delicatissimo argomento. Perchè i magistrati onesti e corretti che costituiscono la stragrande maggioranza della Magistratura, non sono in grado di ripulire, dal loro interno, questa fetida feccia?

Aldo Rossi

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DEDICATO A TE CHE HAI DECISO DI NON ANDARE A VOTARE!

Ehi tu…siiii proprio tu! Tu che hai deciso di non andare a votare perché non ti va mai bene niente! Tu che non vuoi sporcarti le mani su una scheda elettorale e che fai fatica a fare i quattro passi che ti separano dal seggio! Sai quante persone hanno donato la vita senza un lamento per consentire a te di esprimere il tuo voto? Sai quanta sofferenza c’è dietro la conquista di uno dei valori più preziosi per una comunità civile? A te non è richiesto di dare la vita,  a te è richiesto un semplice gesto che ti impegna solo per qualche minuto. Sappi che non hai più alibi alla tua indolenza e al tuo sprezzante menefreghismo: VERGOGNATI!

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PERCHE’ NON VOTERO’ BERSANI E MONTI!

ELEZIONI POLITICHE 24/25 febbraio 2013 

PERCHE’ NON VOTERO’ BERSANI!

Bersani ha un cognome che sembra la pubblicità di un buon vino biologico ma, in realtà, cela, sotto mentite spoglie, gli ardori mai sopiti d’un accanito e zelante veterocomunista che ha sempre confuso l’assistenzialismo con la solidarietà. La bandiera rossa, forse  motivo di grande vergogna, è stata tolta, già da tempo, dallo stemma del partito che, attraverso le sue varianti vegetali di quercia e di ulivo, è arrivato fino a noi come PD: Partito Democratico. Viva la democrazia di Stalin e compagni che oltre ad aver sterminato milioni di persone, offrivano ai loro sudditi, con lodevole prodigalità, lunghissime e rilassanti settimane bianche in Siberia. Se oggi siamo un paese libero, è anche grazie agli indefessi epigoni di Togliatti che, già dall’immediato dopo guerra, sono andati regolarmente a Mosca, con cadenza settimanale, per prendere finanziamenti e ordini, alla sede centrale del partito comunista sovietico! Questa è inconfutabile Storia recente. I comunisti ci avrebbero voluto anche fuori dalla Nato e, adesso, se la prendono con gli F35. È proprio vero, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Quando Bersani si metteva le dita nel naso e portava i pantaloni corti, e Vendola era ancora allo stato liquido, io decollavo dalla base aerea di Gioia del Colle con il mio caccia F104S (il nonno dell’F35!), per rincorrere i bombardieri atomici sovietici Blinder che, facendo finta di niente, s’avvicinavamo minacciosamente al limite delle acque territoriali italiane per vedere e valutare la reazione della nostra difesa aerea. Questo i giovani d’oggi non lo sanno e se chiedi loro cos’è stata la guerra fredda, ti rispondono forse che… di frigoriferi non se ne intendono. Il comunismo è codificato nel DNA di Bersani e a lui piace molto il termine “uguaglianza”: tutti uguali… nella povertà! A me piace molto di più il termine “equità”. L’uguaglianza è una grande ingiustizia a danno dei più capaci ed è, quindi, una mistificazione della realtà. Bersani non solo ci vorrebbe tutti uguali, ma gli piacerebbe molto metterci un chip sotto pelle per contare anche le volte che andiamo al cesso… avete dei dubbi? Il fatto che voglia abolire la circolazione di denaro contante è solo perché vuole anche controllare che tipo di preservativo usate e, se pagate con carta di credito, è come sullo scontrino d’acquisto dei preservativi, ci sia scritto il vostro nome, altro che combattere l’evasione fiscale! I dati sulle vendite dei preservativi gli consentono di fare approfondite indagini di mercato che lui passa, poi, alle sue cooperative rosse che sapranno tutto di voi, anche quando e quanto trombate e vi prepareranno tutto su misura, secondo gli schemi molto convincenti del dirigismo sovietico di vecchia memoria! Il comunismo mira  all’uomo eterodiretto e non all’uomo autodiretto come dovrebbe essere, invece, nella natura delle cose. I comunisti vogliono che portiate il vostro cervello all’ammasso. Diffidate di chi vi fa trovare tutto pronto e di chi vi dice che pensa lui a tutto: questa è l’anticamera del più squallido, lugubre e becero totalitarismo. Se il capitalismo è lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, il comunismo è l’esatto contrario! Vogliamo finirla, una buona volta, con i comunisti in cachemire? Bersani è uno di quelli, sotto il colbacco e la pelliccia di astrakan ha la bandiera rossa! Peccato che, nel mondo, il comunismo sia morto e non esista più già da molto tempo. Pier Luigi Bersani e monsieur  Hollande sono gli unici a non essersene ancora accorti… lasciamoli dormire! Ecco perché dico: BERSANI? NO GRAZIE!

 

PERCHE’ NON VOTERO’ MONTI!

Monti, con il suo entourage “lacrima facile”, è riuscito a stendere l’Italia e gli Italiani in meno d’un anno. Lui, il banchiere erudito, prende gli ordini direttamente dal Club Bilderberg e dalla Trilaterale ovvero da David Rockefeller. Se non sapete cosa rappresentino queste due realtà, vi suggerisco di leggere il libro di Daniel Estulin Il Club Bilderberg con sottotitolo “La storia segreta dei padroni del mondo”: ci troverete anche il nome di Mario Monti. Questo libro è stato scritto alcuni anni fa e non l’ha certo scritto Silvio Berlusconi! Il nostro caro professore è stato anche membro del Research Advisory Council del Goldman Sachs Global Market dal 2005 al 2011. Vi ricordano niente quegli anni e i nomi Goldman Sachs e Morgan Stanley? Sono stati bruciati, nell’arco di pochissimo tempo, i risparmi di milioni di famiglie comprese moltissime famiglie italiane. L’erudito, bocconiano, economista di successo Mario Monti, palesemente complice di quella deriva “morale-finanziaria”, s’è ben guardato dal mettere in allerta la Banca D’Italia e gli Italiani e, come premio per questo suo prestigioso operato, il comunista Giorgio Napolitano, lo ha fatto senatore a vita per avere… illustrato la Patria per altissimi meriti in campo scientifico e sociale. Chi le scrive queste motivazioni? Evviva gli illustratori della Patria! Il resto, è triste storia dei nostri giorni. Vista la sede vacante, Mario Monti lo vedrei più come Papa che come Presidente del Consiglio! Ecco perchè dico: MONTI? NO GRAZIE!

Succede solo in Italia!!!               Succede in Trentino                    Programma PDL

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“CONOSCERE PER VINCERE LA PAURA DI VOLARE… LA DANZA DELLE TRE FARFALLE”

08 settembre 2012 è uscito nelle librerie

“CONOSCERE PER VINCERE LA PAURA DI VOLARE – LA DANZA DELLE TRE FARFALLE”

NEL 2013 IL LIBRO E’ STATO RITIRATO DALLA VENDITA

HO DATO IL BENSERVITO ALL’EDITORE…!

SE LO TROVATE ANCORA IN VENDITA DA QUALCHE PARTE

PER FAVORE AVVERTITEMI

Nei link sottostanti: la Locandina, la Presentazione, il Prologo e l’Indice.

Ogni critica e ogni suggerimento intesi a migliorare questo mio lavoro saranno graditi. (info@rossialdo.com)

Scarica locandina

Scarica Presentazione, Prologo e Indice

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LA STORIA DELL’ORSO. Liberamente tratto da un racconto di Romano Oss.

Romano Oss dedica questo suo racconto ai “bambini” di tutte le eta’ .

Una volta, in un tempo molto, molto lontano, uomini e orsi erano fratelli e vivevano assieme felici nei boschi. L’orso era l’animale più forte, considerato il re della foresta e tutti gli animali lo obbedivano. L’uomo, diversamente dall’orso, era sempre molto curioso e voleva sapere che cosa ci fosse sulle montagne, al di la del mare, dentro le profonde grotte della Terra, ma l’orso non capiva questa curiosità: “Qui ci sono le bacche, ci sono i funghi, gli alberi e la pace, perché curarsi del sapere che c’è altrove?” Così diceva l’orso al suo fratello uomo e lo guardava con compassione e tristezza perché sapeva che quella sua inquietudine lo avrebbe portato ad allontanarsi dalla foresta e a trovare delusione e infelicità, ma così era, e l’orso sapeva benissimo che non avrebbe potuto cambiare le cose. E un bel giorno l’uomo abbandonò la foresta, salutò l’amico orso e incominciò a costruire le città dove iniziare la sua nuova vita, cambiando le abitudini e i modi di vivere, ma anche se gli orsi non seguirono gli uomini, l’amicizia e il rispetto non vennero mai meno, gli orsi abitavano i boschi e gli uomini abitavano le città. La vita di uomini e orsi prese sentieri diversi, ma spesso si incrociò, alcuni orsi abbandonando la foresta tornarono a vivere con gli uomini e anzi divennero forti guerrieri come il valoroso re Artù, un re orso che portò la pace nelle terre dei Celti. Con il passare del tempo anche le abitudini di uomini e orsi cambiarono, e gli antichi fratelli si frequentarono sempre meno; all’inizio dell’inverno gli orsi incominciarono ad andare in letargo, mentre gli uomini sempre più impegnati nelle loro nuove attività, lontane dal mondo della natura, continuavano la loro vita sempre più indaffarati, ma non dimenticavano i fratelli orsi e ai primi di novembre quando questi se ne andavano a dormire per il riposo invernale gli uomini li salutavano dai loro paesi e villaggi organizzando grandi feste per salutare il riposo del più forte della foresta. Quando poi, in primavera, gli orsi si svegliavano ai primi di febbraio, gli uomini accoglievano la loro uscita dalle grotte accendendo grandi fuochi sulle montagne. Gli uomini poi dedicarono all’amico il nome di due costellazioni così che marinai possano trovare la strada di casa osservando i due grandi orsi del cielo, l’Orsa Maggiore e l’Orsa Minore. Poi vennero i Santi. Quando i predicatori del cristianesimo raggiunsero i luoghi di montagna si spaventarono vedendo che quelle popolazioni di montagna vivevano senza conoscere la verità del vero Dio e che anzi, veneravano e adoravano l’orso. Il problema non era di facile soluzione anche perché i primi missionari che andarono a predicare la parola della fede contro il re della foresta furono uccisi, divenendo così i primi martiri. Però i cristiani non intendevano essere sconfitti dall’orso e pian piano riuscirono a convincere quelle popolazioni ad accettare la loro religione e a dimenticare quella dell’orso. Così, pur mantenendole, riuscirono a cambiare il nome alle feste: il giorno dell’inizio del letargo divenne la festa dedicata a San Martino, l’11 di novembre, mentre quella del risveglio, il due febbraio divenne la Candelora, in cui la processione delle candele sostituì quella dei fuochi sui monti. Mentre le feste religiose sostituivano gli antichi rituali dedicati all’orso, questi, rattristato dal voltafaccia del suo amico fratello uomo, si ritirò ancora più dentro nel profondo della foresta, ma mantenne il suo dominio come animale più forte e rispettato. Gli uomini pur accettando la nuova religione non dimenticavano il loro grande fratello orso e ancora gli portavano grande rispetto, ma ciò continuava a non piacere ai santi e quindi decisero che anche l’Orso doveva obbedire all’uomo di fede e anzi, doveva essere spodestato dal suo trono. Fu così che molti santi, raccontano le leggende, riuscirono a farsi obbedire dagli orsi: San Colombano riuscì a domare un orso che non voleva cedergli la grotta, San Gallo tolse la spina dalla zampa di un orso e lo trasformò nel suo servitore, un orso al Brennero mangiò il cavallo a San Corbiniano e questi furente costrinse l’orso a portare i suoi bagagli fino a Roma. Infine gli evangelizzatori per far dimenticare completamente l’orso come animale da adorare portarono il leone, come re della foresta, anche se sulle Alpi nessuno aveva mai visto leoni. Così il povero orso, cacciato per la pelliccia, rinchiuso nelle gabbie degli zoo, fatto ballare nelle fiere, divenne sempre più triste e pian piano scomparve dalle Alpi. Per fortuna i bambini hanno sempre avuto fiducia nella sua forza e lo hanno sempre voluto nel letto a difendere il loro sonno. Custode muto di piccoli e grandi segreti, di sogni e desideri, ci accompagna nella faticosa ricerca della nostra identità. Dalle buie caverne del Paleolitico, dai miti antichi e dalle leggende di tutto il mondo è tornato a noi seguendo un filo lungo e antico che non si è mai spezzato. È tornato per farsi guardiano dei piccoli che condividono la sacralità del gioco, così come un tempo gli uomini condividevano i vasti territori di caccia e il buio delle caverne.  

p.s. il 16 luglio 1969 è partito con i compagni Collins, Armstrong e Aldin per il viaggio più importante dell’umanità, Teddy Bear è sbarcato sulla Luna.

Romano Oss e’ docente di Estimo all’Istituto Tecnico per Geometri “Andrea Pozzo” di Trento. Spesso potete incontrare Romano, anche nei reparti pediatrici degli ospedali di Trento dove, con i suoi racconti, riesce a strappare un sorriso alla sofferenza dei bambini ricoverati. Questo suo  racconto trova riscontro storico nelle documentazioni ufficiali dedicate.

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GIOVANI SEMPRE.

La giovinezza non e’ un periodo della vita, e’  uno stato d’animo che consiste in una certa forma di volonta’, in una disposizione dell’ immaginazione, in una forza emotiva; nel prevalere dell’audacia sulla timidezza, e della sete dell’avventura sull’amore per le comodita’. Non si invecchia per il semplice fatto di avere vissuto un certo numero di anni, ma solo quando si abbandona il proprio ideale. Se gli anni tracciano i loro solchi sul corpo, la rinuncia all’entusiasmo li traccia sull’anima. 

La noia, il dubbio, la mancanza di sicurezza, il timore e la sfiducia sono lunghi anni che fanno chinare il capo e conducono lo spirito alla morte.

Essere giovani significa conservare a sessanta o settant’anni l’amore del meraviglioso, lo stupore per le cose sfavillanti e per i pensieri luminosi; la sfida intrepida lanciata agli avvenimenti, il desiderio insaziabile del fanciullo per tutto cio’ che e’  nuovo, il senso del lato piacevole dell’esistenza. Voi siete giovani come la vostra fiducia, vecchi come la vostra sfiducia; giovani come la vostra sicurezza, vecchi come il vostro timore; giovani come la vostra speranza, vecchi come il vostro sconforto.

Resterete giovani finche’ il vostro cuore sapra’ ricevere i messaggi di bellezza, di audacia, di coraggio, di grandezza e di forza che vi giungono dalla terra, da un uomo o dall’infinito.

Quando tutte le fibre del vostro cuore saranno spezzate e su di esso si saranno accumulate le nevi del pessimismo e il ghiaccio del cinismo, e’ solo allora che diverrete vecchi e possa Iddio avere pieta’ della vostra anima. (Samuel Ullman)

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USTICA 27 GIUGNO 1980…IO C’ERO!

   Il 27 giugno 1980 alle ore 20.59, si consumava nei cieli d’Italia, una delle tragedie piu` angoscianti e misteriose che, la storia recente del nostro Paese, abbia mai conosciuto. Il volo Itavia IH 870  da Bologna a Palermo  con aereo DC9  I-TIGI, precipitava in mare a circa 50 miglia nautiche a nord  dell’isola di Ustica. Alle 81 vittime di quella sciagura aerea  ed ai loro familiari rivolgiamo un rispettoso e deferente omaggio.Molto e` stato scritto in merito a questo gravissimo incidente aereo.  Sono state avanzate, da parte di improvvisati  “giudici senza toga”, le ipotesi piu` stravaganti e le illazioni piu` infamanti. Un velenoso cocktail di presunzione, di ignoranza, di arroganza e di ostentata protervia anche nei confronti del delicato e proficuo lavoro della Magistratura giudicante.Talune note frange del contesto socio-mediatico nazionale, si sono sbizzarrite,  nel corso di tutti questi anni, ad inseguire fantasiose elucubrazioni e ricostruire fantastici scenari di quel tragico evento.  Era pero` evidende che nella ricerca di “una loro verita`” su quanto  avvenuto a bordo di quell’aereo, si celava in realta` un subdolo tentativo di avvalorare ipotesi accusatorie palesemente insostenibili che, peraltro, nel corso di questi lunghi anni, non hanno mai trovato nemmeno il seppur minimo riscontro indiziario.Il processo che ne e` seguito, ha visto, quali principali indagati, I vertici dell’Aeronautica Militare Italiana dell’epoca. I “Generali traditori”, rei di avere programmato ed abilmente nascosto l`abbattimento di un aereo civile, sono stati sottoposti, per anni, ad una vergognosa gogna mediatica in totale spregio di quel nobilissimo dettato giuridico-costituzionale che riguarda il principio di presunzione di innocenza . Ebbene, quel  processo si e` concluso, dopo quasi trent’anni, in tutti i suoi tre gradi di giudizio, con la  piena assoluzione di tutti gli imputati perche` “il fatto non sussiste”. Alle 81 vittime di quell’incidente aereo vanno quindi  aggiunte anche le numerose “vittime” di quel vergognoso, irresponsabile, strumentale e protervo circo mediatico. In tutti questi anni non sono mai stati individuati I colpevoli. Cio` non vuol dire pero` che, i veri colpevoli, non ci siano. Anche questo incidente rimarra`, forse, senza risposte e con un grande, inquietante punto di domanda. Esso  trovera` posto negli archivi della memoria storica del nostro Paese,  sara` consegnato all’oblio e si perdera` nella notte dei tempi.  Ma soprattutto, come purtroppo e` gia` avvenuto per altri tragici eventi della storia italiana, per ora, non vi e` nessun colpevole!  Di quelle povere vittime rimarra` solo un ricordo. Nel cuore dei familiari, il dolore, la sofferenza e la solitudine faranno da perenne cornice ad  angoscianti interrogativi ed a una comprensibile, frustrante grande delusione. Ma…i reati  di strage, se di strage si tratta, non cadono in prescrizione!Il lettore si chiedera` il motivo per cui mi permetto di rievocare ed esprimere le mie impressioni su questi tragici accadimenti. Ebbene, il giorno 27 giugno 1980 anch`io ero in volo ai comandi di un altro aereo DC9   ITAVIA.   Solo qualche ora prima, in rotta  quasi opposta a quella dell’aereo caduto, ho attraversato infatti la stessa porzione di spazio aereo ma nulla faceva presagire l`imminente tragedia. Il Destino, cinico e baro, non si limita a colpire alle spalle ma, talvolta,  si prende anche gioco di noi…il giorno precedente avevo effettuato ben tre voli con il DC9 ITAVIA  I-TIGI poi precipitato in mare. Il secondo motivo per cui mi sento qualificato ad esprimere le mie riflessioni su  questo incidente, deriva dal fatto che per circa dieci anni, fino agli inizi del 1979, ho operato come pilota militare su velivoli caccia intercettori F104S. Sono stato in forza al 22.mo Gruppo Caccia  del 51.mo Stormo di stanza ad Istrana (Treviso) . Conosco perfettamente le dinamiche del  volo operativo di un caccia intercettore e posso quindi parlarne con cognizione di causa.Prima di staccare le ruote dalla pista di decollo, un caccia intercettore della nostra Aeronautica Militare, specie se caricato con armamento reale, deve  subire una miriade di controlli e verifiche da parte di molte persone. I tecnici addetti alla manutenzione, i tecnici addetti alla linea di volo, gli addetti ai servizi di vigilanza e sicurezza, gli addetti al servizio anticendio, gli armieri, gli addetti alla torre di controllo etc. sono tutte persone che non possono non vedere. Caricare un missile sotto le ali di un velivolo e` un’operazione complessa che comporta una serie di autorizzazioni speciali e specifiche. Presentarsi al deposito munizioni di un aeroporto militare per prelevare un missile non e` come entrare dal tabaccaio per comperare un sigaro toscano! Se alla fine delle operazioni quel missile non viene riportato in deposito, centinaia di persone ne conoscono il motivo.Una volta in volo, gli aerei (nelle missioni operative con armamento reale gli aerei sono sempre almeno due) vengono guidati sul potenziale bersaglio, dai controllori radar del servizio “guida caccia” competenti per territorio. Prima di attivare il sistema di lancio e quindi “premere il grilletto”,  i piloti  devono pero` eseguire delle particolari procedure di identificazione e di autenticazione dell`eventuale ordine di abbattimento ricevuto. Questa e` una procedura che prevede l`attivazione e la verifica di codici speciali di cui sono a  conoscenza  solo i piloti e i controllori guida caccia che in quel preciso momento stanno operando. L’azione del pilota quindi non e` limitata alla semplice condotta dell`aereo ma, in previsione del lancio di un missile, il pilota deve eseguire, in corretta sequenza, anche una serie di operazioni che escludono la possibilita` di lancio accidentale di un  missile “attivo”. La semplice pressione sul grilletto di tiro non provoca infatti alcun effetto. Il missile, per partire ed attivarsi, ha bisogno di una serie di “autorizzazioni” elettrico-meccaniche da parte dei computers di tiro posti a bordo dell’aereo stesso. Infine, un aereo decollato con armamento reale, al momento del suo  rientro alla base madre o su un qualsiasi altro aeroporto militare italiano, viene sottoposto, da parte di piu` persone, ad una altrettanto severa e ineludibile serie di controlli. E` impossibile non accorgersi dell’eventuale mancanza di un missile. Concludendo, le operazioni di volo e la catena di comando e controllo della Difesa Aerea Italiana sono molto piu` complesse e sofisticate di quanto si possa pensare. Tutte le operazioni sono frutto pero` di una altrettanto complessa, attenta e qualificata sinergia che non lascia spazio a margini di errore.Ai fini di una piu` agevole comprensione di queste mie note, ho volontariamente semplificato la presentazione di queste procedure. Ho utilizzato un linguaggio spero comprensibile e non tecnico. Questa lunga presentazione mi serve quindi per affermare, con la massima serenita`, che, in tempo di pace,  nell’ Aeronautica Militare Italiana, le regole di ingaggio e le relative procedure erano e sono cosi` rigide, stringenti e restrittive che  l’ordine di abbattere un aereo civile  NON POTEVA E NON POTRA` MAI ESSERE DATO.Cosa e` successo quindi a bordo di quell’aereo la sera del 27 giugno 1980? Personalmente ritengo non condivisibile l’ipotesi di un cedimento strutturale. Piu` probabile invece e` l’ipotesi di un’esplosione interna all’aeromobile come sembra apparire anche dalle evidenze di alcune qualificate perizie tecniche. Altra considerazione riguarda la cabina di pilotaggio di quell’aereo, all’interno della quale, come in tutti gli aerei DC9, alle spalle del secondo pilota, erano posizionate due grosse bombole di ossigeno da utilizzare, solo in caso di emergenza, per fornire ossigeno sia alle mascherine dei passeggeri sia alle maschere dei piloti.Da non dimenticare infine che il 2 agosto 1980, esattamente 36 giorni dopo Ustica, veniva firmata con il sangue di moltissimi innocenti, la strage alla stazione di Bologna. I due tragici fatti sono fra loro correlati?  Io non sono in grado di rispondere.Quanto sopra rappresenta unicamente il mio pensiero. Non sono il difensore d’ufficio di nessuno. Questo mio lavoro vuole essere  un umile contributo alla ricerca della verita` sul caso Ustica. E` un lavoro che dedico a chi sa valutare, analizzare e comprendere con il necessario  distacco e la dovuta serenita`un evento cosi` tragico della storia d`Italia. E` anche un invito a non cedere alla rassegnazione, ad avere fiducia nello Stato, nelle sue Istituzioni e nella Giustizia. Il tempo e` sempre galantuomo.In questo triste anniversario, rivolgo ancora un doveroso omaggio alle vittime e, un particolare pensiero, e` per i colleghi  Domenico Gatti, Enzo Fontana, Paolo Morici e Rosa De Dominicis che erano i componenti dell`equipaggio titolare di quel volo. Aldo Rossi. Valternigo di Giovo (Trento) 27 giugno 2009.caccia-f104s-in-volo.jpg,    autore.jpg

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ACCADE IN TRENTINO: presentato un altro esposto-denuncia nei confronti del Sig. Riccardo Brugnara Sindaco del Comune di Giovo.

Alla REGIONE CARABINIERI “TRENTINO ALTO ADIGE”

Stazione di Cembra

Via IV novembre, 6

38034 CEMBRA

ESPOSTO-DENUNCIA

 

Il sottoscritto Aldo Rossi, residente a Valternigo di Giovo in Via S. Floriano n° 3 si rivolge a codesto Comando per esporre quanto di seguito.

Il Signor Riccardo Brugnara, Sindaco del Comune di Giovo, ha autorizzato la costruzione di un muro in cemento armato sul terreno di mia proprietà P.F. 2101/2 situato nel comune di Giovo in prossimità della frazione di Valternigo.

La costruzione del suddetto muro è già stata iniziata ed in qualità di proprietario responsabile del fondo, a me, non è stata fatta alcuna notifica e non è stata presentata nemmeno la relativa documentazione di prassi.

In merito a quanto sopra, declino ogni responsabilità  per eventuali lesioni o danni a persone e cose.

Accludo alla presente una sintesi orientativa della lettera che invierò  al Signor Sindaco.

In Fede

Aldo Rossi

 

Via S. Floriano, N° 3

38030 Valternigo di Giovo                                                                 

Valternigo di Giovo, 15 giugno 2009.

  

Questo è un allegato all’Esposto-Denuncia presentato alla Stazione dei Carabinieri di Cembra il giorno 15 giugno 2009 da Aldo Rossi.

 

Sintesi orientativa del testo della lettera che invierò prossimamente al Signor Sindaco del Comune di Giovo.

 

Egregio Signor Sindaco,

 

mio malgrado, sono ancora costretto ad intervenire nei suoi confronti.

A Valternigo di Giovo, gli operai del Comune, hanno iniziato la costruzione di un muro su un terreno di mia proprietà (P.F. 2101/2)

LE CHIEDO:

1 – chi l’ha autorizzata a costruire il muro sul terreno di mia proprietà?

2 – dove sono i relativi progetti e da chi sono stati autorizzati?

3 – dove sono le necessarie licenze e autorizzazioni?

4 – dove è il parere della Commissione paesaggistico ambientale della P.A.T. ?

5 – chi ha verificato la conformità urbanistica e paesaggistica dell’intervento?

6 – dove è l’autorizzazione del Servizio forestale e Fauna della P.A.T. ?

7 – dove è la relativa perizia geologica?

8 – dove è il parere della Commissione Edilizia del Comune di Giovo?

9 – chi è il Direttore dei lavori?

10 – chi è il Responsabile della sicurezza sul cantiere?

11 – chi risponde in caso di incidente sul cantiere? Lei?

12 – chi ha sottoscritto la fideiussione a garanzia di esecuzione in conformità al progetto? 

13 – chi ha versato la cauzione per gli eventuali danni prodotti in corso d’opera?

 

La lista di cui sopra non è una mia invenzione. Essa rappresenta solo una parte della complessa documentazione che il Comune stesso pretende da chi richiede di poter fare anche la semplice recinzione di un orto!

Voi, però, vi permettete di costruire un intero muro in cemento armato, su un terreno privato, senza avvertire il proprietario, senza la prevista documentazione e senza le relative autorizzazioni.

La sua spregiudicata, arrogante e disarmante ingenuità mi impone di intimarle l’immediata sospensione dei lavori sulla mia proprietà e la sollecita messa in sicurezza dell’intero cantiere.

La riterrò  personalmente responsabile di eventuali lesioni e danni a persone o cose.

Il muro in questione dovrà essere tempestivamente demolito e il terreno interessato dovrà essere adeguatamente bonificato e riportato allo stato originario.

Aldo Rossi 

Ringrazio il Qutidiano “TRENTINO” che, da sempre sensibile e vicino ai problemi della nostra gente, il giorno 17 giugno 2009, ha pubblicato un articolo in merito

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ACCADE IN TRENTINO: denunciato il Sindaco del Comune di Giovo.

Il giorno 20 febbraio 2009 ho presentato alla Stazione Carabinieri di Cembra (TRENTO) un esposto-denuncia contro il Signor Sindaco del Comune di Giovo. Un click sui link sottostanti  vi consentira` di leggere il testo della denuncia e acquisirne i contenuti. Il modo di fare (non fare) del Signor Sindaco,  mi e`gia` ben noto, non ho bisogno di ulteriori conferme. Qualche parola vorrei dedicarla pero`alla Comunita` del paese di Valternigo che e`direttamente interessata alla problematica da me sollevata. La gente di questa piccola frazione del Comune di Giovo -un centinaio di anime- e` onesta, laboriosa e  abituata alle dure fatiche di chi vive nelle avare terre di montagna. Lavoro, lavoro e ancora lavoro. Non c`e` tempo per le chiacchere, se qualcosa non va si tace e si sopporta in silenzio. Questa  regola, prevede l`applicazione dell`antica saggezza di un codice non scritto, ma ben codificato nel DNA di questa gente abituata, da sempre, al sacrificio e alla sofferenza. Chi deve lavorare non ha tempo per protestare…<<tanto non ti ascolta nessuno!>> Sopportazione e rassegnazione dunque…SUDDITI NON CITTADINI! Il Potere, che conosce benissimo questa criticita` della condizione umana, la volge a suo vantaggio e ne approfitta. Cosi`, se sei amico del satrapo di turno, puoi permetterti anche di chiudere al traffico la via principale di un piccolo paese di montagna e penalizzarne l`intera Comunita`. Chi deve intendere intenda!

Aldo Rossi                               Valternigo di Giovo, 26 febbraio 2009.

P.S. : ringrazio vivamente il Quotidiano locale “TRENTINO” che nell`edizione di ieri, a pag. 23, ha dato voce a chi non e`  piu` disposto a subire in silenzio.

denuncia.pdf

001.JPG

comunicazione-al-difensore-civico.htm

comunicazione-ai-quotidiani-locali.htm

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ACCADE IN TRENTINO. Ignoranza? Barbarie? Incivilta`?

Il giorno 20 febbraio 2009 ho presentato, alla Stazione dei Carabinieri di Cembra (TRENTO), una denuncia contro ignoti per un atto di vandalismo avvenuto in un piccolo appezzamento di terreno di mia proprieta`. Con un click sui link in calce al presente articolo,  potrete leggere il testo della denuncia e vedere anche una fotografia . Il danno in se`e` irrilevante ma  l`atto denota come, in certe menti malate, vive ancora l`ancestrale errato concetto di farsi giustizia da soli, in modo semplice e sbrigativo. Un tempo era sufficiente una  spiegazione, un accordo verbale e una semplice stretta di mano. Oggi abbiamo invece bisogno di giudici, avvocati e notai. Mi ritorna cosi` alla mente un antico proverbio attribuito alla grande Saggezza Cinese che dice: <<a noi l`Etica e la Morale, ai barbari il Diritto!>> E` vero, paradossalmente, il Diritto serve solo ai barbari.

Aldo Rossi          Valternigo di Giovo, 26 febbraio 2009.

denuncia

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