20 OTTOBRE 2015
IN MERITO ALLA NOSTRA PETIZIONE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VI E’ STATO ANCORA ALCUN RISCONTRO. MA…a seguito di alcuni proficui incontri che ho avuto nei templi della politica romana, mi è stato richiesto di redigere una proposta di mozione da presentare in Parlamento e che accludo in calce alla presente nella sua versione integrale. Ora, anche il Parlamento Italiano, non potrà dire di non sapere.
PROPOSTA DI MOZIONE
Nei giorni 8 e 9 agosto u.s., gli Schützen Sudtirolesi hanno posizionato sulle cime delle montagne del Trentino Alto Adige, lungo tutta la linea del vecchio confine austroungarico, 74 Croci di ferro a ricordo dei loro Standschützen Caduti nella Grande Guerra (1915/1918). Non si vuole qui entrare nel merito di un’iniziativa con cui si è inteso onorare la Memoria di Caduti che, in quanto tali, meritano comunque ossequio e rispetto da parte di chiunque. Si vuole, però, solo evidenziare che “l’operazione Croci” aveva preso il via, già il 19 aprile 2015, con la benedizione delle stesse in piazza Walther a Bolzano, nella più totale indifferenza da parte delle Autorità italiane. Tutto, poi, a parte qualche scaramuccia a livello mediatico, è proseguito in perfetta, prevedibile sordina fino ai giorni della posa delle croci, all’inizio di agosto, con l’Italia in piena ipnosi ludico vacanziera. Si ritiene necessario e utile evidenziare che non sono chiare le circostanze in cui tale iniziativa è stata proposta e soprattutto se è stato rispettato il previsto iter di approvazione presso le Autorità competenti, al fine di acquisire le richieste autorizzazioni ai sensi della legislazione vigente. Si converrà inoltre che l’iniziativa in questione, avrebbe dovuto essere necessariamente ricondotta e concordata in una prospettiva di pacificazione nazionale e non ridotta a una viscida e subdola ostentazione di divisioni e di distinzioni a carattere palesemente revanscistico-nazionalista che, peraltro, la nostra Costituzione ripudia. Tutta l’Italia ha sacrificato i suoi Figli migliori nella Grande Guerra e per l’Unità Nazionale di cui, oggi, noi siamo orgogliosamente parte integrante e fondante.
In Trentino Alto Adige gli Schützen sono organizzati e suddivisi in almeno duecento Compagnie per un totale di circa quindicimila uomini, ognuno dotato di carabina Mauser 98K, micidiale arma da guerra, già in dotazione alle SS di Hitler e alla Wehrmacht. Gli Schützen non sono, quindi, degli innocui, simpatici e variopinti gruppi folcroristici che si esibiscono in allegre feste paesane, sparando a salve con le loro carabine, ma costituiscono dei veri e propri gruppi armati. Nello stesso ambiente culturale altoatesino di lingua tedesca, qualcuno ebbe ad affermare che: “Il presente degli Schützen è il loro passato mai rielaborato criticamente. I legami col nazismo mai rinnegati e sempre taciuti”. Ancora più duro, poi, è stato il giudizio su coloro che rifondarono le Compagnie nel dopoguerra: “La maggior parte di quella generazione aveva combattuto da volontario nell’esercito hitleriano. Erano tutti pluridecorati con croce di ferro di prima e di seconda classe” aggiungendo anche che: “Per tutti gli anni ’80 gli Schützen sono stati in prima fila a raduni neonazisti”.
Questa nostra istanza sottende, quindi, un’elementare quanto centrale riflessione: qualsiasi iniziativa che si sarebbe prestata, anche solo lontanamente, a strumentalizzazioni anti italiane, o peggio ancora, di offesa al ricordo dei Nostri Caduti, non avrebbe dovuto trovare accoglimento ed essere, invece, fermamente contrastata e respinta dai Rappresentanti del Governo Locale e Nazionale espressamente deputati alla tutela dei valori cui la nostra Costituzione si ispira. La posa di quelle croci avrebbe potuto avere luogo, in modo altrettanto solenne e significante, usufruendo di un’aerea dedicata e circoscritta come peraltro già previsto anche dalle norme internazionali vigenti in merito alla dovuta, rispettosa attenzione da dedicare ai caduti di guerra in territorio straniero. Il fatto di avere, invece, arbitrariamente imposto la posa di ben 74 croci lungo tutti i 400 km del vecchio confine austroungarico, costituisce una palese sfida nazionalistico-revanscista e soprattutto un affronto alla Memoria, al Sacrificio, all’Onore e alla Dignità degli oltre 650.000 Soldati Italiani caduti su quel tremendo fronte di guerra.
Alla luce di quanto sopra esposto, si richiede:
• di procedere all’istituzione di una Commissione d’inchiesta intesa a chiarire e “giustificare” il possesso di armi da guerra da parte degli Schützen del Trentino Alto Adige;
• di procedere all’immediato disarmo di tutte le Compagnie Schützen del Trentino Alto Adige;
• di fare rimuovere le croci poste dagli Schützen sulle cime delle montagne del Trentino Alto Adige nel corso del 2015.
Aldo Rossi
Trento, 20 ottobre 2015
“l’ADIGE” Quotidiano di Trento 19.10.2015 pag.1
“l’ADIGE” Quotidiano di Trento 19.10.2015 pag.25
“l’ADIGE” Quotidiano di Trento 20.10.2015 pag.15