IL MONDO DISTOPICO IN CUI VIVIAMO: LE SUE REALTÀ, LE SUE FINZIONI E LE SUE ASSURDITÀ. TUTTO FA PARTE DI UN PRECISO DISEGNO CHE PERSEGUE L’AZZERAMENTO DEI VALORI MILLENARI DELL’UMANITÀ…PER POI SOTTOMETTERLA.

Da Piazza Libertà, LIDIA SELLA, giornalista e scrittrice, ci propone alcune inquietanti e documentate riflessioni su ciò che succede nel mondo e attorno a noi. La nostra società dormiente – sum ma non cogito…! – sembra non accorgersi di nulla anche perché il sistema mediatico, appecoronato e opportunamente asservito, è a completa disposizione degli imperi del male e degli avidi e astuti leviatani che pianificano e organizzano l’annullamento della consapevolezza e della millenaria dimensione dei valori etici e morali dell’uomo e della sua cultura. Cui prodest?
Aldo Rossi

FILMATO Grazie a Lidia Sella, il coraggio è donna!

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&&& VACCINAZIONI COVID 19 – EMERGONO DELLE IPOTESI MOLTO, MOLTO INQUIETANTI. LA QUESTIONE DEI CODICI MAC* NEI VACCINI: I VACCINATI SONO MONITORATI DA REMOTO IN TEMPO REALE…?

* MAC – MEDIA ACCESS CONTROL.

Il sottostante articolo, ripreso da LA CRUNA DELL’AGO, è stato scritto da Cesare Sacchetti. È una presentazione molto lunga e vi suggerisco di leggerla in più riprese. Essa costituisce un validissimo aiuto per comprendere le dinamiche sottese alle ormai famigerate vaccinazioni obbligatorie Covid 19 e al palese intento di condurre l’intera Umanità in un lugubre, funesto e inquietante transumanesimo dove… automi senza coscienza e consapevolezza, saranno controllati a distanza da un gruppo di fanatici e spregiudicati oligarchi. Forse è giunto il momento di aprire gli occhi.
Aldo Rossi
P.s. le frasi sottolineate o evidenziate in giallo ocra sono interattive e con un semplice click potrete visualizzarne l’argomento sotteso.

INFORMAZIONE LIBERA E INDIPENDENTE!
Se cerchi uno spiraglio di luce nelle tenebre dell’informazione, La Cruna dell’Ago può darti un aiuto concreto per capire il trucco e quindi l’inganno!

Di CESARE SACCHETTI

E’ una questione che a nostro giudizio è stata trattata soltanto superficialmente, almeno qui in Italia, e che merita un’analisi molto seria e approfondita.
Si tratta di quei codici alfa numeri che i vaccinati sembrano emettere quando si accende la funzionalità del Bluetooth sul proprio telefono e iniziano a spuntare queste strane sigle.
A voler dare retta ai soliti sedicenti e famigerati “revisori” dei fatti si tratterebbe di comuni codici emessi da apparecchi telefonici e simili, ma diverse prove e test fatti in completa assenza di cellulari nei paraggi hanno dimostrato, ancora una volta, come tali “revisori” altro non siano che i soliti veicoli di false narrazioni.
A fare questi test sono stati diversi ricercatori in diverse parti del mondo che hanno costatato come effettivamente i vaccinati trasmettano questi segnali.
Ad esempio, il gruppo di medici e ricercatori messicani di COMUSAV ha condotto un test in aperta campagna dove sono stati portati dei gruppi di vaccinati e non vaccinati, entrambi sprovvisti di cellulari con sé.
Quando le persone di entrambi i gruppi si avvicinavano ad un apparecchio collegato al computer portatile per rilevare segnali attraverso la funzionalità del Bluetooth, la risposta era sempre la stessa.
I vaccinati trasmettono questo codice alfanumerico composto da 12 cifre mentre i non vaccinati non trasmettono assolutamente nulla.
Sono stati condotti ulteriori test persino nei cimiteri in piena notte, come hanno fatto due australiani che si sono recati in un cimitero ebraico nel cuore della notte con il loro telefono Android, e con la modalità Bluetooth attiva.
Il risultato è stato, a dir poco, inquietante. Nessuno era intorno ai due uomini eppure dalle tombe delle persone decedute dal 2021 in poi venivano emanati quei segnali di trasmissione intercettati dal Bluetooth e sempre con quello strano codice alfanumerico.
Ora se guardiamo un attimo più da vicino questi codici ci accorgiamo che, a differenza ad esempio di cuffie, cellulari, televisori e altri apparecchi elettronici, vediamo che questi sono sempre anonimi.
Non riusciamo a vedere, in altre parole, qual è il produttore, o la sorgente se si vuole, che emana questi codici ma abbiamo la certezza che questi siano effettivamente trasmessi dal corpo dei vaccinati.

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Alcuni segnali anonimi emessi dai vaccinati

Alcuni analisti informatici ed esperti del settore hanno analizzato la struttura di questi codici e hanno rilevato che essi sono dei codici MAC, un acronimo che sta per Media Access Control, che potremmo definire come una sorta di targa del dispositivo in questione e che consente di avere le informazioni di produzione relative ad esso.
Se si prova, ad esempio, ad inserire il codice MAC del proprio apparecchio telefonico o del televisore sul sito macaddress.io si vedrà che uscirà una scheda che indica le caratteristiche del dispositivo e i dati del produttore.
Ciò non avviene per i vaccinati. Quando proviamo ad inserire i loro codici MAC in questo sito nulla viene fuori.
E’ come se questi codici alfanumerici avessero una chiave d’accesso riservata e fossero registrati e controllati in una rete protetta non accessibile dall’esterno.
Alcuni esperti stanno ancora indagando sulla “sorgente” di tali codici come vedremo in seguito ma intanto quello che occorre comprendere è cosa provoca la trasmissione di questi codici.
A nostro giudizio, le ricerche migliori su questa inquietante e ancora irrisolta questione sono state condotte dal blogger che utilizza lo pseudonimo Mik Andersen che pubblicava i suoi esaustivi e documentati lavori sul blog corona2inspect e dal gruppo di ricercatori spagnoli de La Quinta Columna che furono tra i primi a pubblicare i risultati delle analisi del biologo spagnolo Pablo Campra, ricercatore dell’Università di Almeria.
E per poter comprendere cosa emette questi codici MAC e la loro funzionalità è proprio dalle analisi del ricercatore iberico che occorre ripartire, altrimenti risulta poi impossibile comprendere cosa è davvero il vaccino e qual è la sua finalità ultima.

Il contenuto dei sieri: grafene e nanobot

Le case farmaceutiche ufficialmente hanno dichiarato il contenuto dei vaccini nei cosiddetti bugiardini.
Soltanto in Europa Occidentale sono state distribuite complessivamente 941 milioni di dosi di vaccini Covid prodotti principalmente da quattro case farmaceutiche quali la Pfizer, Moderna, Astrazeneca e Johnson & Johnson.
E’ stato detto che la composizione dei vaccini differisce a seconda delle tipologie di siero somministrate con i vaccini Pfizer e Moderna fondati sulla tecnologia mRNA, mentre gli altri due, Astrazeneca e Johnson & Johnson sono fondati sul principio attivo dell’adenovirus di scimpanzé.
A “spiegare” la differenza tra le due tipologie di sieri è stato, tra gli altri, Amesh Adalja, medico e ricercatore del Johns Hopkins Center, l’istituto di ricerca finanziato da Bill Gates, e che, casualmente, elaborò la simulazione di una “pandemia” prima del 2020, in maniera non molto dissimile da quanto fece la fondazione della famiglia Rockefeller che nel 2010 pubblicò uno scenario “pandemico” intitolato “Operazione Lockstep”, dove lockstep sta per “tappe serrate” poiché nell’articolo in questione si “prevedeva” tutto ciò che poi è accaduto nel 2020 fino alla definitiva ascesa di una governance mondiale per risolvere quella che ormai dovrebbe essere chiaro a tutti è stata una crisi “artificiale”.
Non può certo essere un caso se ancora prima, nel 1994, David Rockefeller, esponente di primo piano della famiglia, affermava in un consesso delle Nazioni Unite come il mondo fosse “sull’orlo di una trasformazione globale” e il passo ultimo “per giungere al Nuovo Ordine Mondiale” era quello di provocare una crisi su scala mondiale.
La “pandemia” è certamente quel tipo di crisi che tali ambienti mondialisti avevano accuratamente preparato nel corso degli anni per instaurare un regime totalitario internazionale nel quale ci sarebbe stato un massiccio depopolamento.
David Rockefeller espresse lo stesso desiderio di ridurre la popolazione nel 2008 e Bill Gates gli fece eco nel 2010 quando disse che se si fosse fatto un “buon lavoro con i vaccini” tale obiettivo sarebbe stato certamente a portata di mano.
Non è certamente un caso che questi magnati di primissimo piano sono stati i principali finanziatori della iniziativa ID2020 per stabilire una identità digitale dell’individuo attraverso la vaccinazione e come vedremo a breve questo proposito è strettamente legato al fenomeno dei codici MAC presenti nei vaccinati.
Come si diceva in precedenza, le case farmaceutiche hanno dichiarato che Pfizer e Moderna si sarebbero servite della tecnologia mRNA, ovvero una molecola che conterrebbe materiale genetico del virus e che, una volta entrata nelle nostre cellule, darebbe a queste le indicazioni necessarie per convertire l’mRNA nella “celebre” proteina spike, necessaria per prevenire il cosiddetto contagio contro il coronavirus.
I lettori tengano presente un fatto. Ad oggi, non c’è ancora nessun isolamento dell’agente patogeno chiamato Sars-Cov2.
Non c’è nessuno al mondo che sia stato in grado di fornire un campione isolato del virus, e le prove di tale evidenza sono persino scritte nei documenti della Commissione europea e del Centro per le malattie degli Stati Uniti, il CDC.
Ciò che gli istituti sanitari internazionali hanno è soltanto una elaborazione di un virus al computer, ma il virus reale, estratto da un paziente e isolato secondo i postulati di Koch, ad oggi ancora non c’è.
Quando la Pfizer afferma dunque di aver sviluppato il suo siero attraverso materiale genetico del virus è del tutto evidente che sta già mentendo in partenza poiché il virus isolato semplicemente non c’è.
La situazione non è affatto differente per ciò che riguarda Johnson & Johnson e Astrazeneca.
Queste due case farmaceutiche affermano che il loro vaccino è stato sviluppato attraverso l’adenovirus di scimpanzé, il quale una volta entrato in contatto con le nostre cellule darebbe ad esse l’indicazione di creare la proteina spike necessaria per l’immunizzazione.
Quando Pablo Campra ha ricevuto i campioni di vaccino delle quattro case farmaceutiche in questione ha proceduto ad analizzare in laboratorio il loro contenuto.
Nella sua pubblicazione scientifica il ricercatore spagnolo specifica che si è servito della spettroscopia RAMAN per eseguire le sue analisi e, come prova che i vaccini analizzati siano effettivamente quelli delle quattro marche citate, cita il lotto di provenienza di ognuno di esse.
I risultati di Campra, ad oggi, ancora non sono stati smentiti da un punto di vista scientifico.
Nessuno ha preso le provette dei sieri da lui messe a disposizione per effettuare delle controanalisi e confermare o smentire quanto da lui riscontrato.
Quanto da lui trovato smentisce categoricamente quanto dichiarato dalle quattro case farmaceutiche in questione sul contenuto dei sieri.
Nei vaccini non c’è nulla di quello indicato nei bugiardini. Non c’è mRNA e non c’è tantomeno nessun adenovirus di scimpanzé.
Campra in questi farmaci ha trovato soltanto grafene assieme a dei nanobots dello stesso materiale.

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Le immagini al microscopio del grafene trovato nei vaccini Covid

Il grafene deriva dalla grafite, ed è un materiale con delle caratteristiche molto particolari, molto più resistente dell’acciaio, ad esempio, ma al tempo stesso più sottile di un foglio di carta.
Qualche anno fa, nel 2017, un gruppo di ricercatori dell’università di Cambridge annunciò che era riuscito a rendere il grafene un superconduttore, una caratteristica che consente alla energia elettrica di restare attiva senza avere una fonte diretta di alimentazione.
Il grafene era già da tempo sotto l’attento studio di diverse università europee, e proprio la stessa Unione europea aveva dato vita nel 2013 ad un progetto chiamato Graphene Flagship nel quale sono stati investiti almeno 1 miliardo di euro dei fondi degli Stati europei, soprattutto l’Italia, che ogni anno versano nelle casse europee i famosi, o famigerati, fondi strutturali.
Se il grafene però ha delle qualità che lo rendono ideale, sotto certi aspetti, per essere integrato con i dispositivi elettronici, questo materiale non è certo ciò che va messo in un corpo umano.
La sua sola presenza rappresenta un rischio di tossicità per il nostro corpo ed appare del tutto evidente che le case farmaceutiche che hanno messo questo materiale nei sieri non avevano altro scopo che quello di provocare dei gravi danni alla salute delle persone.
Suggeriamo a questo riguardo di dare uno sguardo alla letteratura scientifica, persino quella del mainstream, come il caso di questa pubblicazione del 2018 opera di ricercatori e medici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, purtroppo non più cattolica nel senso autentico del termine, ma piuttosto vicina a quel mondo che voleva inaugurare la società di Davos.
In questa ricerca si afferma chiaramente che il grafene porta ad un elevato rischio di trombogenicità e ciò appare essere la spiegazione più plausibile per la moltitudine di morti improvvise di cui purtroppo si legge quotidianamente, e che colpiscono persino atleti e giovani perfettamente sani.
Il fatto che le federazioni sportive e i medici più vicini all’establishment non dicano nulla su un fenomeno così allarmante non fa che mettere in rilievo la corruzione e la contiguità di queste istituzioni con le case farmaceutiche, tanto che gli interessi dei primi non sono nemmeno più distinguibili dalle seconde poiché è il cartello farmaceutico a finanziare moltissimi ospedali e istituti di ricerca senza che nessuno dica alcunché, e ciò dà l’idea, ancora una volta, di come lo Stato liberale in mano agli oligarchi sia poco più che uno spettatore passivo che si limita a lasciare le leve dell’economia alla finanza internazionale e alle corporation a tali gruppi di potere.
Ciò che occorre comprendere ora è che tipo di farmaco hanno sviluppato le case farmaceutiche che non è assolutamente di natura biologica, ma sintetica poiché gli ingredienti presenti non hanno nulla che venga da frammenti di virus o dalla molecola dell’Mrna.

I nanobot al grafene: dispositivi elettronici che emettono segnali

Mik Andersen in questa pubblicazione che suggeriamo di leggere per intero ci aiuta a comprenderlo meglio.
Sotto vediamo quello che è stato trovato nelle analisi di Campra che, assieme al grafene, sono i citati nanobot.

Le immagini dei nanobot trovate da Campra nelle sue analisi

I nanobot sono dei micro dispositivi elettronici visibili solamente al microscopio,  e quindi se qualche lettore sta pensando che non è possibile inserire dentro una siringa dei microchip, ci dispiace deluderlo perché tale tecnologia è disponibile da anni.
I nanobot hanno delle attuazioni che a prima vista possono sembrare fantascientifiche ma che purtroppo non lo sono.
Se consultiamo ancora una volta la letteratura medica ufficiale in modo da respingere al mittente la pretestuosa accusa di “complottismo”, anche se tale parola non ha un senso logico, apprendiamo che questi micro dispositivi sono in grado di interagire con il nostro organismo.
Veniamo introdotti ad un ramo della scienza chiamato neuroscienza poiché i nanobot hanno la possibilità di modificare il comportamento di una persona oltre che di influire sul funzionamento dei suoi organi vitali.
Per poter dare una idea ancora più esaustiva della questione, riportiamo questo passaggio del documento di Mik Andersen.

Non è necessario evidenziare cosa significa che un segnale esterno, non controllato dalla persona inoculata, è quello che governa la secrezione dei neurotrasmettitori. Ad esempio, si consideri la questione dell’aumento della consapevolezza: dei nano tubi in carbonio all’interno dei tessuti neuronali potrebbero interferire con il naturale funzionamento della secrezione dei neurotrasmettitori come la dopamina, che è parzialmente responsabile per i processi cognitivi, la socializzazione, il sistema di appagamento, il desiderio, il piacere, l’apprendimento condizionato e i freni inibitori. Ciò significa che questo segnale potrebbe essere impiantato nei normali processi comportamentali delle persone, nelle loro sensazioni e pensieri, e persino forzare un apprendimento subliminale condizionato, senza che l’individuo sia consapevole di ciò che sta accadendo. Oltre alle proprietà già citate, i nano tubi in carbonio non solo aprono le porte alla interazione senza fili del cervello umano, ma possono ricevere segnali elettrici dai neuroni e trasmetterli ai nanorouters, dal momento che questi hanno le stesse proprietà dei punti quantici di grafene.”

Le implicazioni vanno al di là di qualsiasi pellicola fantascientifica del passato. Siamo in un campo nel quale l’uomo diventa una sorta di trasmettitore portatile e diventa egli stesso un mezzo per comunicare con la rete.
Non è altro che l’attuazione concreta della cosiddetta Internet delle cose. Non è più soltanto il router fisico a permettere la connessione ad Internet, ma paradossalmente l’uomo stesso diventa il mezzo per aprire alla comunicazione con la rete.
Entriamo in un territorio non molto distante da quello anticipato negli anni ’90 dal celebre film Johnny Mnemonic, nel quale il protagonista, Keanu Reeves, era una memoria portatile di dati ed era egli stesso un computer umanizzato.
Il codice MAC del vaccinato serve sostanzialmente a questo. Serve a tenerlo connesso ad una rete nascosta controllata da remoto da coloro che hanno lavorato a queste ricerche e speso centinaia di milioni di euro in esse.
Lo scopo era certamente quello di attuare un massiccio depopolamento ma al tempo stesso era quello di entrare nel campo del transumanesimo attraverso degli innesti di nanobot in grado di cambiare potenzialmente il comportamento di una persona e di provocare, al tempo stesso, una degenerazione dei suoi organi vitali.
Il grafene è quel materiale, in quanto superconduttore, che consente a questi piccolissimi dispositivi elettronici di operare e di trasmettere in tempo reale le attività neuronali dei vaccinati a coloro che gestiscono questa rete.
Questa tecnologia non è certo stata evidentemente sviluppata in un giorno. E’ il “frutto” di anni, se non decenni, di lavoro finanziato con una pioggia di milioni di dollari in quanto i signori del mondialismo, dell’alta finanza e delle corporation globali avevano stabilito da tempo nella loro agenda neomalthusiana che avrebbe dovuto esserci un depopolamento.
Ancora prima che iniziasse la farsa pandemica, l’iniziativa ID2020 di Bill Gates e di Rockefeller conduceva infatti degli esperimenti per attuare delle vaccinazioni digitali in Texas, dove i senzatetto hanno ricevuto nei propri corpi questi vaccini digitali che consentivano al “gestore”,  per così dire, di tracciare la persona in tempo reale, ma anche, viste le implicazioni dei punti quantici di grafene, di iniziare a modificare la sua personalità in una branca della scienza che potrebbe essere definita come ingegneria biocomportamentale.
Questo è il territorio nel quale si è approdati con la farsa pandemica che se fosse arrivata al suo ultimo stadio avrebbe visto una definiva vaccinazione obbligatoria di massa su scala globale, pena l’espulsione definitiva dalla società e la deportazione in campi per i “positivi” che erano già in costruzione tra il 2020 e il 2021.

Le questioni tecniche, etiche e morali che presentano i vaccini digitali

I problemi che si sollevano per i vaccinati però sono gravi e molteplici. Il primo, e quello più ovvio, è quello di cercare di capire a quale rete essi sono collegati e provare a denunciare pubblicamente la questione sul fatto che girino delle persone con dispositivi elettronici all’interno dei loro corpi che emanano segnali anonimi accessibili soltanto a chi dispone delle chiavi di accesso riservate.
Su questo auspichiamo che esperti informatici del settore di buona volontà si facciano avanti per provare a comprendere qual è la “fonte”, per così dire, che controlla questa rete segreta.
Non si possono poi non chiamare in causa i governi Conte e Draghi che hanno promosso la campagna vaccinale e hanno, in molti casi, obbligato la somministrazione di questi sieri sulla falsa premessa che questi servissero ad evitare il “contagio” di un virus mai isolato, e che, nell’attuazione pratica non è stato altro che la vecchia influenza stagionale ribattezzata sotto altro nome.
Sarebbe tutto questo una materia di diretta competenza della magistratura, ma abbiamo visto che i togati sono sempre all’opera non per portare alla luce tali gravissimi illeciti ma piuttosto per stenderci sopra una coltre di omertà.
Il secondo problema che si pone è quello della salute delle persone. Le case farmaceutiche avevano dichiarato nei loro bugiardini che i vaccini contenevano determinati ingredienti, quando invece queste, stando a quanto emerso dalle analisi dei sieri, non hanno fatto altro che costruire una sofisticata arma sintetica che compromette il sistema immunitario della persona, oltre a rendere quest’ultima potenzialmente manipolabile attraverso l’uso dei citati punti quantici di grafene.
Occorrerebbero a questo riguardo degli studi e delle ricerche sui corpi dei vaccinati per comprendere come agisce il materiale presente nei loro corpi, e capire se c’è qualche possibilità di aiutare coloro che stanno soffrendo le conseguenze della vaccinazione del biennio 2021-2022.
Il terzo e ultimo problema che si pone è probabilmente quello più importante e attiene alla sfera teologica, e qui ci sentiamo di chiedere l’aiuto di buoni sacerdoti e vescovi che possano aiutarci a comprendere esattamente in quali condizioni si trovino coloro che hanno ricevuto il siero, e se possono ancora considerarsi del tutto uomini fatti a immagine e somiglianza di Dio, oppure se la loro natura e libertà sia stata in qualche modo compromessa dall’inserimento nei loro corpi di dispositivi elettronici che li rendono una sorta di ibrido tra uomo e macchina.
Quattro anni addietro abbiamo visto veramente l’orlo dell’abisso e il minimo che ci sembra giusto fare è comprendere davvero cosa è accaduto ai vaccinati, rendere nota a tutti tale verità e chiedere conto di queste nefandezze ai vari Mengele delle case farmaceutiche.
Appare certo un fatto. La vaccinazione sin dal primo istante non serviva altro che a distruggere la creazione di Dio per trasformarla da gregge della Provvidenza a bestiame di Satana.
Se ci limita soltanto alla lettura meramente politica o scientifica, difficilmente si potrà comprendere la vera e reale natura della posta in gioco.

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A.D. 2024: ILARIA SALIS, LA PIÙ GRANDE VERGOGNA ITALIANA SU SCALA EUROPEA E MONDIALE.

QUESTA È LA RAPPRESENTAZIONE PLASTICA DELL’ESTREMO DEGRADO E DELL’ORMAI IRREVERSIBILE TRAMONTO DELL’OCCIDENTE…LORO LA CHIAMANO LIBERTÀ…?!

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AM## IL COMANDANTE SERGIO BEDESCHI È RITORNATO SULLA SUA STELLA. QUESTA, DALLA SUA VIVA VOCE, LA SUA MOVIMENTATA E STIMOLANTE VITA DI PILOTA.

SERGIO BEDESCHI

Caro Sergio, sicuramente le mie parole non riuscirebbero a proporre una rappresentazione, lucida ed esauriente, della tua vita da pilota così movimentata, stimolante e ricca di curiosi accadimenti. Ho preferito, quindi, affidare alla tua stessa viva voce, la narrazione di alcuni eventi che ti hanno visto coinvolto in prima persona. Ho, così, inteso evitare i sempre insidiosi e spesso scarsamente affidabili riporti di seconda mano.
Io non ti auguro, come si usa dire in queste tristi occasioni…”Cieli Blu” ma ti auguro…”MARI DI PROSECCO”…! Ciao Sergio, ancora un caro abbraccio.
Aldo

Un particolare ringraziamento alla Società Ronin Film Production che ha proposto questa bellissima presentazione.

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PERCHÈ NON POSSIAMO NON DIRCI LAICI.

L’argomento è sempre di scottante attualità viste anche le ripetute “sacre intemperanze” di Papa Francesco. Io non credo nel dio “iracondo e polimorfo” che ci propongono le varie religioni. Credo nella VITA e nei “miracoli” che essa quotidianamente ci offre. Come già disse qualcuno molto più autorevole di me…so di provenire da un mistero, so di vivere in un mistero e so che ritornerò in un mistero.
Aldo Rossi

Ripropongo questo articolo pubblicato da EUGENIO SCALFARI sul Quotidiano “La Repubblica” il 7 novembre 2004.

<< Da parecchio tempo avevo in animo di tornare su un tema che accompagna da molti anni i miei pensieri e i miei comportamenti politici e professionali. Il tema è quello del laicismo, del rapporto fra le credenze religiose e lo Stato, tra i diritti individuali e l’organizzazione di una società di uomini liberi. Questo gruppo di questioni sta all’origine della modernità occidentale e perfino dell’evoluzione delle Chiese cristiane. Se infatti il Cristianesimo ha saputo e potuto aggiornare costantemente la propria dottrina e i canoni interpretativi della realtà sociale senza rinchiudersi nelle bende del dogma, ciò è dovuto soprattutto al fatto della presenza dialettica del potere civile accanto a quello ecclesiastico, nella reciproca autonomia dell’uno e dell’altro, alle lotte che ne sono derivate e agli equilibri che di volta in volta ne sono scaturiti. Dal “date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio” alla guerra delle investiture sul finire dell’XI secolo, al lungo contrasto tra Impero e Papato che segnò il XIII e il XIV secolo fino alla nascita dell’Umanesimo, della libera scienza, della riforma, delle monarchie nazionali, del diritto civile accanto e al di sopra del canone ecclesiastico, questa è stata la storia dell’Occidente europeo. Esso ha toccato infine il suo culmine nell’epoca dei Lumi, dell’egemonia della ragione e della tolleranza, nella dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, nella guerra d’indipendenza americana e nella grande rivoluzione dell’Ottantanove incardinata nei principi tricolori di libertà eguaglianza e fraternità. Se fra le grandi religioni monoteistiche il cristianesimo è stato quello che più e meglio ha conservato e arricchito la sua dinamicità e se l’Occidente euro-americano ha prodotto il pensiero, la cultura e le istituzioni liberali e democratiche, l’elemento fondativo e il filo con il quale questo percorso è stato tessuto sta interamente in quella dialettica mai spenta tra lo Stato, le Chiese, gli individui. La compresenza degli Stati e delle Chiese ha consentito agli individui di essere attori sia all’interno delle Chiese sia all’interno degli Stati, impedendo alle prime di scivolare nella teocrazia e ai secondi di tracimare dall’assolutismo regio al totalitarismo, approdando infine alla democrazia repubblicana. Ecco perché il discorso sulle “radici” dell’Occidente è molto più complesso di quanto a prima vista non sembri e non può ridursi all’evangelizzazione dell’Europa post-romana da parte dei Cirillo, degli Isidoro, dei Metodio e di quanti vescovi testimoniarono il Vangelo e impartirono il battesimo ai celti, ai franchi, ai longobardi, ai goti. Certo la religione fu cemento comune in un’epoca che stava ancora traversando la profonda crisi dell’Impero Romano, delle sue istituzioni, del suo assetto economico e sociale. Ma quella religione sarebbe rimasta probabilmente semplice culto se non avesse potuto recuperare le tracce di Roma e di Bisanzio che avevano irradiato il “logo” mediterraneo e pontico con i rispettivi retroterra in tutti i quattro punti cardinali. La discussione storica è dunque aperta da tempo su queste questioni, ma essa ha registrato negli ultimi anni una trasformazione rapida e profonda. La sua natura storica ha ceduto il posto ad un’attualizzazione politica, ideologica e addirittura elettorale. Si è visto sorgere nel corso delle elezioni presidenziali americane, una sorta di “partito di Dio” nell’ambito della destra conservatrice, i teo-con accanto ai neo-con con alla testa lo stesso George W. Bush sempre più infervorato e pervaso da un ruolo quasi messianico che ha saldato la sua azione politica con i sentimenti di una vasta parte del popolo. L’analisi del voto effettuata dopo il 2 novembre è ormai univoca: Bush e i suoi strateghi elettorali hanno unito insieme la pulsione missionaria di chi assegna all’America il compito di portare nel mondo il modello americano della democrazia e del libero mercato con la pulsione altrettanto potente di chi vuole recuperare nella società la moralità tradizionale contro ogni deviazione. Ethics-con e teo-con uniti insieme presuppongono come punto di riferimento religioso, anzi ideologico, un barbuto e severo Dio degli eserciti, il Dio mosaico tonante dalle vette del Sinai, che ha molto più i tratti vetero-testamentari che non quelli del Figlio incarnato e ammantato di amore e misericordia. Non a caso le Chiese evangeliche mobilitate in occasione del 2 novembre hanno indicato il loro modello di riferimento nel “maschio bianco che ha il fucile in casa e che va ogni domenica in chiesa”. E’ l’immagine antica del pioniere alla conquista del West, con la pistola nella fondina e la Bibbia nella borsa, dei paesi delle grandi pianure e della lotta contro il popolo indiano, della giustizia amministrata direttamente sul posto con processi sommari e popolari, delle mandrie transumanti dagli allevamenti alle città. E dei predicatori che richiamano gli uomini al timore di un Dio tonitruante dall’alto dei cieli, che vuole il suo popolo armato nelle coscienze e nelle fondine purché obbediente ai suoi precetti morali. Bush è da dieci anni, prima ancora di diventare presidente degli Stati Uniti, uno dei punti di riferimento del movimento evangelico dei “rinati in Cristo”, spina dorsale del fondamentalismo e del messianesimo cristiano negli Stati americani del Midwest e del Sud. Un movimento che conta 60 milioni di aderenti reclutati tra le varie Chiese protestanti e spesso in competizione con le congregazioni originarie. Si poteva pensare che questo movimento non lambisse le comunità cattoliche, ma non è stato così. Nel complesso messaggio di Papa Wojtyla, ripartito tra la condanna della guerra, la critica al consumismo e al liberismo capitalistico e la morale sessuale puritanamente tradizionale, il grosso dei cattolici americani e del loro clero ha privilegiato quest’ultimo aspetto, trasformando anche la loro Chiesa sullo stesso piano del movimento evangelico, sia pure con toni e linguaggi più moderati. Questa è comunque l’America che ha vinto le elezioni del 2 novembre e Bush è l’uomo che la guida. E’ possibile che il suo secondo mandato si caratterizzi all’inizio con approcci più aperti verso un recupero di multilateralismo in politica estera perché l’America ha bisogno d’un momento di respiro sul teatro iracheno, soprattutto per quanto riguarda la compartecipazione europea ai costi finanziari della guerra. Ma la strategia complessiva non cambierà. La missione salvifica d’una America destinata ad esportare nel mondo i suoi modelli di riferimento economici, ideologici, istituzionali, servendosi tutte le volte che sia necessario del braccio militare e della superiorità tecnologica imponendo la sua legge a tutte le altre potenze, non cambierà per la semplice ragione che Bush è un uomo di fede e la missione storica che si è dato è quella di fare della sua America l’impero del Bene contro l’impero del Male, incarnato dal terrorismo islamico, dagli Stati canaglia ed anche dalla corruzione delle idee e dei costumi. “Dio non è neutrale”, ripete spesso nei suoi discorsi e messaggi al popolo americano. “Dio è con noi”. Un Dio crociato che risponde al nome di Cristo anche se ha poche attinenze con la predicazione di Gesù di Nazareth tramandata dagli evangelisti. C’è molto di Paolo in questa visione del cristianesimo combattente e molto anche del Giovanni apocalittico; molto meno di Agostino. Ma il vero discrimine è con il liberalismo laico dell’Occidente moderno, che ridiventa in questo contesto l’antemurale della ragione contro una fede che punta a fare della religione un elemento costitutivo della politica. In queste condizioni è che il fossato tra le due sponde dell’Atlantico è diventato dopo il 2 novembre molto più profondo. E’ del pari evidente che i valori dell’Occidente non sono più gli stessi tra l’America e l’Europa anche se la diplomazia dei governi continuerà a mantenere in piedi la sempre più tenue ipotesi, ispirata alla realpolitik d’una recuperata convergenza all’insegna della lotta contro il terrorismo da tutti ovviamente condivisa. Del resto, prima o poi, il problema d’un cristianesimo crociato si porrà – si è già posto – anche alla Chiesa cattolica e alla sua finora tenace avversione contro ogni guerra di religione e di civiltà. Certo, esiste anche un Europa che simpatizza con la follia teo-con e con i nuovi crociati, così come per fortuna esiste un’altra America che contrasta nettamente con quella di George Bush. Gli schieramenti su problemi così complessi sono sempre trasversali. Ma il dato nuovo è questo: dopo un breve periodo di caduta delle ideologie in favore d’un pragmatismo tutto politico, le ideologie tornano prepotentemente in campo. L’America imperiale ed evangelica ha chiaramente enunciato la propria. E l’Europa laica? I laici non hanno per definizione né papi né imperatori né re. Neppure vescovi, tantomeno vescovi-conti. Hanno come signore di sé stessi, la propria coscienza. Il senso della propria responsabilità. I principi della libertà eguaglianza e fraternità come punti cardinali di orientamento. Sulla base di quei princìpi il loro percorso si è intrecciato anche con il cristianesimo e con il socialismo. Con quest’ultimo sulla base d’una eguaglianza che in nessun caso può essere disgiunta dalla libertà vissuta come inalienabile diritto degli individui al di là d’ogni discriminazione di razza, di religione, di sesso. Con il cristianesimo sulla base, anch’essa, della non-discriminazione e quindi del valore dell’individuo vivificato dalla pulsione verso la solidarietà e l’amore del prossimo. Il sempre più spesso ricordato “perché non possiamo non dirci cristiani” di crociana fattura rappresenta un lascito storico e storicistico dal quale traluce un’inconfondibile impronta laica poiché la coscienza laica assume nel suo sé gli eventi che hanno potentemente contribuito a trasformare la realtà (e il cristianesimo è stato ed è tra i più rilevanti) privilegiandone gli aspetti dinamicamente propulsivi ed inserendoli nel quadro di una modernità umanistica che concilia la fede con il rispetto per l’altro e con la libera scelta individuale. Il laicismo ha il suo culmine nell’abolizione dell’idea stessa di “peccato”. Non c’è peccato se non quello che rafforza le pulsioni contro l’altrui libertà. Non c’è peccato se non l’egoismo dell’io e del noi contro il tu e il voi. Non c’è peccato se non la sopraffazione contro l’altro e contro il diverso. Il laico non è relativista né, tantomeno, indifferente. Soffre con il debole, soffre con il povero, soffre con l’escluso e qui sta il suo cristianesimo e il suo socialismo. Perciò il laico fa proprio il discorso della montagna. Fa propria la frusta con la quale Gesù scaccia i mercanti dal tempio della coscienza, si dà carico dell’Africa come metafora dei mali del mondo. il laico vuole l’affermazione del bene contro i mali, i tanti mali che abbrutiscono l’individuo sulla propria elementare sussistenza impedendogli di fare emergere la propria coscienza, i propri diritti e i propri doveri al di sopra della ciotola sulla quale reclina la poca forza di cui ancora dispone per appagare i bisogni primari dell’animale nudo che è in lui. E’ secondario che il laico abbia una fede e dia sulla base della propria fede un senso alla sua vita, oppure che non l’abbia, non creda nell’assoluto e non veda nella vita se non il senso della vita e non veda nella morte se non la restituzione della sua energia vitale ai liberi elementi della cui combinazione è nata la sua consapevole individualità. Questa è a mio avviso la moralità e l’ontologia del laico ed anche la sua antropologia e la sua pedagogia. Il Cristo che perdona l’adultera e associa Maria di Magdala allo stuolo dei suoi discepoli è un laico, come il Cristo che riconosce al potere civile ciò che al potere civile spetta per organizzare la civile convivenza. In realtà il Figlio ha profondamente modificato l’immagine del Padre che, annichilendo Giobbe, inneggia alla creazione del Leviatano come manifestazione della sua infinita e indiscutibile potenza. Con la quale annulla ogni teodicea e l’idea stessa della giustizia. Noi europei abbiamo conosciuto purtroppo il Leviatano all’opera e quindi siamo vaccinati contro ogni sua possibile incarnazione. La stessa immagine di un qualsiasi impero contrasta con i valori dell’Occidente laico e dovrebbe contrastare ancor più con i valori del cristianesimo e del singolo cristiano, fosse pure in nome del Bene con la maiuscola. Per questo è vero che non possiamo non dirci cristiani ed è altrettanto vero che non possiamo non dirci laici in tempi nei quali cresce la bestiale violenza, l’inutile guerra, l’intolleranza, l’egoismo, il disconoscimento dell’altro e del diverso. I contrari di tutti questi sono i valori dei laici e con essi noi laici ci identifichiamo. E’ anche questa una fede, che ingloba le fedi a livello di ragione. Una fede che si affida alla volontà anziché alle illusioni e agli esorcismi contro la morte. Personalmente mi consola pensare che la nostra energia vitale è indistruttibile e servirà anch’essa a mantenere la cosmica energia che alimenta in perpetuo la vita >>.
EUGENIO SCALFARI – Quotidiano “La Repubblica” – 7 novembre 2004.

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3###3 UNA RIFLESSIONE SULLA SITUAZIONE UCRAINA – LUG24.

di MARCO TRAVAGLIO 

Oltre all’orecchio destro di Trump e a quel che resta di Biden e del suo Secret Service, il proiettile esploso sabato sera da Thomas Matthew Crooks ha colpito anche Zelensky. Che ieri, tomo tomo cacchio cacchio, appena riavutosi dallo choc, ha dichiarato con l’aria di dire la cosa più logica del mondo (quale effettivamente è) che, al summit autunnale di pace, “dovranno esserci anche rappresentanti russi”. 
Prima o poi, ne pronuncerà anche il nome (non è difficile: Vladimir Putin) e revocherà il suo decreto del 4 ottobre 2022 che proibisce a tutti gli ucraini, cioè anche a lui, di negoziare con i russi. 
In attesa che qualche atlantoide nostrano dia anche a lui del putiniano, non basta una Treccani per raccogliere gli insulti, le calunnie, le gogne, gli ostracismi subiti da chi osa dire la stessa cosa da due anni e mezzo: la guerra fra Russia e Ucraina si chiude solo con un negoziato fra Russia e Ucraina con i rispettivi alleati (Cina e Brics, Usa e Nato). 
L’avevano capito le stesse Russia e Ucraina già nel marzo 2022, cioè 28 mesi e centinaia di migliaia di morti fa, quando si accordarono con la mediazione di Erdogan e Bennet. Poi gli oltranzisti Nato paracadutarono Boris Johnson su Kiev per intimare a Zelensky di non firmare e di far massacrare il suo popolo per sconfiggere la Russia. Un’idea paranoica che era già costata cara a Napoleone e a Hitler. E ora ha condannato a morte l’Ucraina, precipitata da 44 a 28 milioni di abitanti, semidistrutta nelle infrastrutture, decimata nei suoi giovani, ancor più fallita economicamente e ora anche militarmente. 
Ma ha devastato anche l’Europa con le sanzioni che dovevano abbattere il sanzionato Putin e hanno rovinato i sanzionatori. E ha trascinato la Nato nell’ennesima sconfitta, come se non bastassero i disastri nei Balcani, in Libia, in Niger e dintorni e la fuga ignominiosa da Kabul.
Intanto Putin che dovevamo isolare, ci ha isolati con tutti i Brics presenti e futuri. E assiste sadicamente alla disgrazia dei leader che puntavano sulla sua e cadono come birilli: Johnson, Truss, Sunak, Draghi, Letta, Marin, Morawiecki, Macron, Scholz, Biden… Resta da capire se potrà essere Zelensky, lo sconfitto, a convocare i negoziati dopo averli irrisi per due anni, o se l’Ucraina dovrà trovarsi un rappresentante più credibile per la nuova parte in commedia, anzi in tragedia. E si vedrà se Putin, il vincitore, aderirà al vertice autunnale o attenderà il 20 gennaio, quando la Casa Bianca avrà un nuovo inquilino che gli pare tanto di conoscere. 
Di certo nessuno chiederà un parere ai cani da riporto e da compagnia della cosiddetta Europa, che infatti, diversamente da Zelensky, non hanno ancora neppure sentito gli spari di Butler. 
Magari qualcuno li avviserà poi a cose fatte, come si addice alla servitù.
(Dal Web)

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RIFLESSIONI RACCOLTE – LUG24

– L’AMORE
Lei ha detto: “Non chiamare il dottore, voglio dormire tranquilla con la tua mano nella mia”.
Lui le ha parlato del passato, di come si sono conosciuti, del loro primo bacio.
Non hanno pianto, hanno sorriso. Non si sono pentiti di nulla, sono stati riconoscenti. 
Allora lei ha ripetuto dolcemente: “Ti amo per sempre” e lui le ha restituito le sue parole dandole un bacio delicato sulla fronte. Lei ha chiuso gli occhi e si è addormentata in pace con la mano nella sua.
L’amore è la cosa più importante perché veniamo al mondo con nient’altro che amore e ce ne andiamo senza nient’altro che amore. Professione, carriera, conto in banca, i nostri beni sono solo strumenti, nient’altro. Tutto rimane qui. Ama, come se non ci fosse niente di più importante nella tua vita.
(Dal Web)

– IL SENSO DELLA VITA
Sbrigatevi a vivere,
sbrigatevi ad amare,
perché nessuno sa quanto tempo sia rimasto nella clessidra. 
Siamo convinti di avere ancora tempo, ma non è così.
Un giorno ci rendiamo conto di aver superato il punto di non ritorno, 
ma è troppo tardi.
Dobbiamo imparare a vivere nel presente.
Guardando troppo al passato, ci maceriamo in rimorsi e rimpianti.
Sperando troppo nel futuro, ci culliamo nelle illusioni.
L’unica vita che vale veramente la pena vivere è quella del momento presente.
(GM)
(Dal Web)

– LA BELLEZZA DEL SUD

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“E PLURIBUS UNUM”.

E pluribus unum sul primo stemma statunitense

E pluribus unum (in italiano Dai molti uno) è una locuzione latina il cui uso più noto è quello di motto nazionale degli Stati Uniti d’America.

La frase deriva dal Moretum, poema attribuito a Virgilio.
Nel testo del poema, color est e pluribus unus descrive il miscelarsi dei colori in uno solo.
Si trattava di una locuzione ben nota ai letterati nordamericani del XVIII secolo, in quanto appariva sul Gentleman’s Magazine, mensile pubblicato a Londra sin dal 1731. La leggenda vuole che Ex pluribus unum venisse usato sulla copertina del volume annuale, che conteneva una collezione dei dodici numeri della rivista usciti nel corso dell’anno.

Il più noto uso della locuzione, come detto, è quella di motto nazionale degli Stati Uniti: lo si può infatti trovare sullo stemma di Stato inscritto in un nastro dorato tenuto dal becco dell’aquila dalla testa bianca al centro dello scudo, nonché su altre emissioni governative basate sullo stesso simbolo (per esempio sulle monete).

La frase si riferisce all’integrazione delle originarie tredici colonie in un’unica nazione unita e fu scelta dal comitato che doveva decidere lo stemma nazionale nel 1776 all’inizio della guerra d’indipendenza, su suggerimento di Pierre Eugene DuSimitiere.

La frase figura anche, fin dall’origine, nel logo societario dello Sport Lisboa e Benfica, polisportiva portoghese fondata a Lisbona nel 1904: appare su un nastro rosso e verde sotto gli artigli di un’aquila che sovrasta lo scudo con gli altri elementi del logo.

La locuzione è stata adottata quale motto e parte integrante del logo di Sistema Impresa, Confederazione datoriale a carattere maggiormente rappresentativo, riconosciuta tale con Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 10 agosto 2010: appare nel libro retto da un leone alato rivolto verso destra caratterizzato dalla colorazione in blu dei contorni, su sfondo bianco.
(Dal Web)

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VERGOGNA ITALIANA: MATRIMONIO ITA AIRWAYS E LUFTHANSA…SCHIAVO È COLUI CHE DECIDE DI ESSERLO…!

Pro Italia
@ProItalia_org

L’Unione Europea suona le campane e benedice l’accordo tra la compagnia area tedesca #Lufthansa e quella nostrana #ItaAirways (ex Alitalia). Peccato che quello che il ministro Giorgetti spaccia come un amorevole matrimonio sia in realtà un’acquisizione vera e propria. Con ciò che rimane di Alitalia a fare da dessert, tanto per cambiare. Guten appetit…!

ERAVAMO TUTTO CIÒ CHE GLI ALTRI SOGNAVANO DI ESSERE…!

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AM## 51° STORMO – CIAO RICCARDO SEI SEMPRE FRA NOI…!

IL 4 LUGLIO 2022 CI LASCIAVA IL GENERALE RICCARDO MARCHESE.
Per la serie…Uomini che hanno fatto la Storia di uno dei più prestigiosi Reparti dell’Aeronautica Militare Italiana.

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IL GENERALE RICCARDO MARCHESE
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IL GENERALE RICCARDO MARCHESE LASCIA IL SERVIZIO ATTIVO NEL 1986…
IL GATTONE E I TOPINI PIANGONO E SI DISPERANO.
IL DISEGNO (1986) E’ DI BRUNO GARBUIO, IN ARTE BRUGAR,
DA SEMPRE AMICO DEL 51° STORMO.

Il 51° Stormo di Istrana (Treviso) in ricordo del Generale di Brigata Riccardo Marchese scomparso il 4 luglio 2022. 
Ufficiale di pregiate ed encomiabili doti umane e professionali, da sempre vicino alle sorti delle donne e degli uomini del Reparto, il Generale Marchese, sin dall’insediamento nel Reparto avvenuto nel 1954, è stato un riferimento per il personale militare e per la Comunità di tutta la Marca Trevigiana. Dopo aver lasciato il servizio attivo nel 1986, ha continuato a dare il suo contributo alla vita del Reparto e ha gestito l’Ufficio storico del 51° Stormo ed il Circolo del 51, di cui è stato il Socio fondatore nel 1971. 

Chi era il Generale Riccardo Marchese?

Il Generale Marchese, nato a Botrugno (Lecce) il 20/09/1927, si era arruolato in Aeronautica Militare nel lontano 1952. Trasferito presso la 51ma Aerobrigata di Treviso nel 1953, ha da sempre svolto il suo servizio come Capo Ufficio Comando fino al collocamento in quiescenza nel 1986.
Durante gli anni di servizio ha avuto modo di sviluppare le sue indiscutibili doti di coordinatore delle attività aeronautiche di presidio e cerimoniere per eventi di livello nazionale ed internazionale.
Nel 1987 è stato nominato Presidente della Sezione AAA di Treviso, mantenendo la carica per 35 anni e portando la Sezione ad essere la più numerosa d’Italia con più di 1600 soci iscritti.
Dal 1990 al 2018, ha fatto parte del Consiglio Direttivo Nazionale della AAA Aviatori d’Italia, prima come Consigliere e poi come Vice Presidente.
Come Socio Fondatore del “Circolo del 51” ne ha ricoperto la carica di Segretario per 51 anni, supportando e sostenendo i sei Presidenti succedutesi, organizzando le varie Assemblee e le famose serate presso la Birreria di Pedavena, durante le quali centinaia di “Aviatori” del 51° hanno condiviso la passione per il volo e l’onore di appartenere a questo glorioso Stormo.
Con la Sua scomparsa, il 4 luglio 2022, una parte della Storia del 51° è “volata via” lasciando attoniti amici, colleghi e centinaia di aviatori che hanno avuto l’onore di conoscerlo e di apprezzarne le sue qualità umane e professionali. 
Oggi vogliamo ricordarti così.

CIAO RICCARDO, SEI SEMPRE FRA NOI…!

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