TOPONIMI IN ALTO ADIGE: 6 MARZO 2017 CONFRONTO PUBBLICO A BOLZANO – TEATRO CRISTALLO.

7 MARZO 2017. Ieri sera, a Bolzano, ho assistito al confronto di cui in titolo. E’ stato un dibattito molto partecipato, acceso e che ha posto sotto attacco, in particolare, Francesco Palermo avvocato, docente universitario, Senatore della Repubblica in quota SVP (Südtiroler VolksPartei) e Presidente della Commissione dei sei. Il Senatore Palermo sembra deciso a marciare, imperterrito, sulla sua “immodificabile” (a suo avviso) linea d’azione, nonostante i ripetuti richiami e solleciti ricevuti anche da colleghi e costituzionalisti. Le centodue firme di altrettanti Senatori, apposte su un importante documento e intese a una palese censura di quanto prodotto dalla suddetta Commissione, non hanno suscitato, nel senatore Palermo, un seppur minimo cenno di resipiscenza. Il documento che si apprestano ad approvare in sede di Commissione dei Sei, è palesemente antistorico e anticostituzionale. Solo qualche riflessione in merito: 1) perché la SVP ha così tanta fretta di cancellare i toponimi di lingua italiana in Alto Adige? Sente forse aria di radicale cambiamento negli assetti politici europei e nazionali? 2) Da alcuni anni la SVP e gli integralisti dell’estremismo altoatesino conducono una logorante campagna di smantellamento nei confronti della Storia e della Comunità di lingua italiana dell’Alto Adige…”Gutta cavat lapidem”.

Alcuni esempi:

– 2015  8 e 9 agosto con l’Italia in pieno stato catatonico, ludico-vacanziero la SVP servendosi del suo “braccio armato”, gli Schützen, posiziona ben 74 croci in acciaio cortem, alte oltre due metri, lungo tutto in vecchio confine austro ungarico. Negli stessi giorni accendono, accanto alle croci, anche dei grandi falò per eseguire, poi, di notte, delle foto satellitari per dimostrare che quel confine è in fiamme.

– 2016  riempiono con la scritta “Südtirol ist nicht Italien” (L’Alto Adige non è Italia) tutti gli indicatori turistici dei Comuni Alto Atesini e interessano con detta dicitura anche bandiere e cartelloni distribuiti in altre città italiane.

– 2015 gli estremisti Alto Atesini si esibiscono in un palese atto di vilipendio al nostro Tricolore sul quale fanno scorrere una ramazza in segno di rifiuto dell’italianità. Sono condannati in prima istanza ma prosciolti in appello e pende, ora, un ricorso in Cassazione.

– 2015 il Senatore Franco Panizza del PATT (Partito Autonomista Trentino Tirolese) presenta una proposta di legge in Senato, intesa a richiedere l’aumento della capacità di fuoco delle armi storiche. Gli Schützen Altoatesini sono tutti dotati di una carabina Mauser 98K già in dotazione alle SS di Hitler.

– 2015 In occasione di talune ricorrenze nazionali italiane, gli Altoatesini di lingua tedesca, non vorrebbero esporre il Tricolore perché simbolo di un’italianità da loro non riconosciuta.

– 2016 in occasione dei campionati europei di calcio producono e diffondono una vignetta denigratoria nei confronti dell’Italia. “Vinca il migliore ma non l’Italia”.

– 2016 (2013) Lorenzo Baratter candidato alle elezioni provinciali per il PATT (Partito Autonomista Trentino Tirolese), stipula un contratto scritto con gli Schützen  che prevede il voto di scambio. Gli interessati sono tutti condannati in prima istanza ma non sono annullate le elezioni provinciali.

– 2016 a Bolzano è approvata una norma che abolisce dalla documentazione ufficiale il termine “Altoatesino” perché ritenuto di matrice fascista.

– 2016 il Presidente del Consiglio Europeo Jean-Claude Juncker viene in visita ufficiale a Bolzano ma non si sa bene a che titolo giacché non sono presenti Autorità italiane ma solo quelle locali.

Al Presidente della Commissione dei Sei Francesco Palermo chiedo: di che cosa state parlando nella Commissione dei Sei? Quando qualcuno richiama e propone un rinnovato spirito di riconciliazione fra le popolazioni dell’Alto Adige, cerchi di non riempirsi la bocca di parole vuote e inutili ma dedichi il suo impegno per un nuovo e leale patto fra le comunità interessate che sia inteso a un vero, pieno reciproco rispetto. E’ giunto per tutti il tempo di rimboccarsi le maniche.

Aldo Rossi

“CORRIERE DELL’ALTO ADIGE” 7 marzo 2017 Pag.1 e Pag.7

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