AL dott. ALBERTO FAUSTINI DIRETTORE DEL “TRENTINO” QUOTIDIANO DI TRENTO – 13 FEBBRAIO 2016.

Questo è il testo della mia lettera, così come è stata riportata a pag.12 del Quotidiano che Lei dirige (GRUPPO ESPRESSO):

Quotidiano di Trento “TRENTINO” 13 febbraio 2016 pag.12

Egregio Direttore, il Suo commento alla mia lettera non merita replica da parte mia, ho grande rispetto per i Lettori del “TRENTINO”, lascio a loro le considerazioni del caso. Rimane il fatto che, in coscienza e per deontologia di mestiere, Lei sarebbe tenuto a fornire un’informazione completa. Mi permetto, quindi, di riproporLe, per un più agevole confronto, la lettera che ho inviato al Quotidiano che Lei dirige.
Come da Lei richiesto, d’ora in avanti mi asterrò dall’inviare ancora lettere o commenti alla redazione del “TRENTINO”.
Aldo Rossi

P.s. La pubblicazione sul “TRENTINO” di questa mia nota e della sottostante lettera COMPLETA rientra nei mie diritti. La invito a non sottovalutare la mia determinazione.

Questa è la lettera che ho spedito al “TRENTINO. Le ultime righe scritte in carattere stampatello, sono quelle che Lei si è “dimenticato” di riportare nel Suo commento. Ai Suoi Lettori le conseguenti valutazioni.

La morte del giovane ricercatore friulano Giulio Regeni ha colpito tutti profondamente e anche noi c’inchiniamo con rispetto al grande dolore della famiglia. L’accadimento di un fatto così grave c’impone, però, anche una profonda e meditata riflessione. Appena si è diffusa la notizia del ritrovamento del cadavere, il leviatano mediatico della sinistra italiana, si è subito attivato con la sua abituale, “zanzaresca”, e lugubre azione propagandistica mirante unicamente a distrarre l’attenzione della “gaudente” massa degli italiani, dai reali problemi che affliggono il nostro bel Paese: l’Italia ha sospeso immediatamente gli incontri economici con il Cairo. Giulio era un ricercatore che rappresentava un’eccellenza accademica ed era particolarmente apprezzato per i suoi studi sui movimenti sindacali in Egitto ed è stata anche confermata la sua collaborazione con la redazione esteri del quotidiano comunista “il Manifesto”. Durante la sua permanenza al Cairo, sembra che Giulio abbia svolto delle ricerche accademiche mirate e fatto delle interviste su temi molto attuali in Egitto. Per questi motivi è entrato nel mirino dei servizi di sicurezza con l’aggravante d’essere uno straniero particolarmente interessato ai problemi interni egiziani (n.d.r. posizione dei sindacati all’interno della Società egiziana). Il grande entusiasmo e la grande generosità di Giulio l’hanno, però, forse indotto a sottovalutare la pericolosità di un’azione così delicata, condotta in un momento così difficile per quel lontano Paese dove, non di rado, gli stranieri sono considerati spie. Anche gli amici a lui più vicini, lo avevano consigliato di firmare i suoi articoli con uno pseudonimo, giacché in Egitto si respirava e si respira, un’atmosfera di terrore. Giulio non è stato ucciso per i suoi giovani e nobili ideali. Giulio è stato ucciso dalla nostra Società occidentale che si ostina a volere esportare i nostri dogmi di democraticità in Paesi che vivono ancora in sistemi feudali autoreferenti. LA STORIA COME DEL RESTO LA NATURA, NON FACIT SALTUS. LA STORIA HA I SUOI TEMPI. QUALCUNO A QUEL GIOVANE ED ENTUSIASTA VENTOTTENNE AVREBBE DOVUTO DIRLO.

Aldo Rossi                                                                                                 Trento, 7 febbraio 2016

15 FEBBRAIO 2016. Questo è il testo dell’email con la quale il Direttore del “TRENTINO” Alberto Faustini ha inteso rispondere alla mia soprastante lettera. A voi le vostre considerazioni:

“Da sempre la redazione si riserva di tagliare le lettere lunghe. Penso di averle dimostrato tutta la mia disponibilità. La completezza dell’informazione è sacra. Il che non vuol dire che si debbano pubblicare tutte le lettere (considerato che molte, per ragioni diverse, sono davvero impubblicabili). La ringrazio e la saluto cordialmente.”

15 FEBBRAIO 2016. Questa la mia replica:

“Io Le ho solo chiesto, in modo chiaro e inequivocabile, ciò che mi spetta come diritto di replica. Io devo tutelare la mia immagine sulla quale Lei, per la seconda volta, si è permesso di gettare del fango. Non ho null’altro da aggiungere ma, come suggerimento, La invito ancora a provvedere e a non sottovalutare la mia determinazione. Aldo Rossi”

17 FEBBRAIO 2016. Questa è la contro replica del direttore Faustini, giudicate voi:

“Non sottovaluto nulla (mi sta minacciando?). Il suo ragionamento era chiaro. E ciò che è stato tagliato, come sempre accade per ragioni si spazio, nulla toglie al suo pensiero.”

LA TELENOVELA CONTINUA…VI TERRO’ AGGIORNATI!

Share Button

Lascia un commento